GIUSSANO – Una serata per dire stop “al declassamento pezzente degli ospedali della Brianza Ovest”. E’ il senso della tavola rotonda organizzata venerdì sera, nella sala consiliare “Aligi Sassu”, dal Movimento 5 Stelle con la partecipazione di alcuni ospiti impegnati a vario titolo sul territorio brianzolo. Un incontro che il movimento pentastellato ha promosso volutamente a Giussano, ritenendo che la prima vittima del “massacro degli ospedali” sia proprio la struttura sanitaria cittadina, “ingiustamente ridotta a quasi nulla”.
Alla serata, moderata da Luigi Stagno (candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative) ha partecipato anche il consigliere regionale pentastellato Marco Fumagalli, che proprio nei giorni scorsi ha fatto sentire la sua voce al Pirellone contro l’organizzazione della sanità brianzola e contro il “totale asservimento degli ospedali alle necessità universitarie del San Gerardo di Monza”. Alla tavola rotonda anche Sergio Ghezzi (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), Francesco Scorzelli (Usb Pubbligo Impiego Lombardia – Ospedale di Merate).
L’incontro è stato ulteriormente arricchito dalla testimonianza di altre due persone esterne. Tiziano Mariani, consigliere comunale a Seregno (capogruppo della lista civica “Noi x Seregno”), da sempre fautore della rivisitazione dell’azzonamento delle Aziende socio sanitario territoriali, nei mesi scorsi aveva esortato il suo sindaco ad andare a dormire davanti alla Regione Lombardia pur di farsi vedere e di fare sentire le ragioni della città. E poi Antonio Colombo, già primario all’ospedale di Desio e ora coordinatore del Cob (Comitato Ovest Brianza) che raduna le figure impegnate nel campo sanitario.
Proprio quest’ultimo ha fatto un’analisi della situazione in cui versa la sanità della Brianza Ovest, con ospedali ridimensionati (Seregno, Giussano), altri destinati ad avere lo stesso destino (Carate Brianza), uno inutilizzato da oltre 380 mila cittadini del suo bacino di utenza (Vimercate) e un altro utilizzato “come Bancomat”: quello di Desio, che “funziona e genera introiti, ma poi questi vengono destinati al San Gerardo di Monza per la ricerca e per la sua vocazione universitaria, di fatto privando i brianzoli di un servizio essenziale. Con l’aggiunta che l’ospedale di Desio, tra l’altro, poco per volta sta perdendo tutti i suoi primari, trasferiti nella struttura sanitaria di Monza”.