MONZA – Uroburo scende in piazza e presenta le sue attività ai cittadini. Domani, sabato 30 marzo, dalle 10 alle 18, i volontari dell’associazione saranno presenti sotto i porti dell’Arengario . Un’occasione per farsi conoscere da chi ancora non sa il grande progetto sociale e lavorativo che c’è dietro al sodalizio impegnato anche nel dare un futuro ai ragazzi diversamente abili, una volta che i genitori e i familiari non ci saranno più.
La Giunta Scanagatti, con un bando pubblico, aveva concesso all’associazione il diritto di superficie per trent’anni l’ex asilo di Cederna, in cambio della ristrutturazione dell’immobile. Il progetto prevede la creazione del cosiddetto “Condominio solidale”, dove potranno vivere otto persone con disabilità in forma di residenzialità attiva. Inquilini che saranno parte attiva della vita sociale della struttura e del quartiere; questo speciale condominio si trova nel cuore del rione, vicino a servizi, alla chiesa, all’oratorio e al centro civico, garantendo agli inquilini la possibilità di muoversi e vivere in totale autonomia. Nel condominio, inoltre, alloggeranno due inquilini nei monolocali e una coppia nel bilocale che in cambio di affitti a prezzo calmierato dovranno prestare attenzione ai vicini più deboli. Una decina di volontari per la gestione della quotidianità e la supervisione dei laboratori. Oltre alla presenza di una (o due persone) per dare continuità alla vita comunitaria con un occhio di riguardo al benessere delle persone residenti.
Il progetto prevede anche il recupero e la ristrutturazione del seminterrato creando uno spazio di integrazione sociale che verrà gestito dalla cooperativa Lambro.
Un condominio speciale che i futuri ospiti inizieranno a frequentare e vivere fin da subito, ancor prima della morte dei genitori, così che pian piano acquisteranno quell’autonomia che diventerà obbligatoria dopo la morte di mamma e papà, non arrivando impreparati, ma conoscendo e vivendo quegli spazi con largo anticipo rispetto all’inevitabile fatalità.
Un percorso di avvicinamento all’autonomia già intrapreso con il progetto “GraniDiPepe”, con la creazione di un orto di quartiere” (a pochi passi dal futuro condominio solidale), supportati dai volontari.
B. Api