MILANO – Ora è ufficiale. Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sul censimento dei campi nomadi lombardi e sulla chiusura degli insediamenti irregolari. Nel merito è intervenuto il vice capogruppo della Lega in Consiglio regionale Andrea Monti.
“È bene specificare, per chi ama strumentalizzare – spiega Andrea Monti – che nell’accezione comune un censimento indica l’acquisizione di informazioni sul numero di abitanti e su diverse caratteristiche della popolazione censita. Posta questa premessa è ormai noto come in Italia e in Lombardia esistano alcuni campi Rom e Sinti regolari ed altri irregolari, che spesso si trasformano in luoghi di delinquenza, dove ovviamente i minori non possono crescere nel modo più appropriato. È importante infatti avere consapevolezza della questione, specialmente per comprendere lo stato in cui versano i bambini che, come evidenziato anche da relazioni di volontari, hanno maggiori probabilità, rispetto ai loro coetanei, di crescere sottopeso, contrarre malattie respiratorie o della povertà e incorrere in incidenti domestici”.
“Nessuno vuole procedere con schedature o richieste di impronte digitali – aggiunge Monti – ma occorre comunque attuare una ricognizione della situazione dei campi rom, come ben chiede il testo della mozione, specialmente quelli regolari, per capirne il numero e gli abitanti, in particolare per poter tutelare i bambini ai quali non è sempre permesso frequentare la scuola, ma che spesso sono indotti a ben altre pratiche. Da un lato bisogna quindi difendere i minori e dall’altro pensare alla tutela della pubblica sicurezza, nonché del decoro urbano, evitando che situazioni di illegalità diffusa continuino a proliferare; questo perché, ed è bene ribadirlo, in troppe occasioni i veri discriminati non sono i Rom ma i cittadini che sono costretti, loro malgrado, a subire vivendoci vicino”.
“Per tutti questi motivi – conclude Monti – la Lega ha votato favorevolmente a questa mozione, inserendo una modifica a tutela dei piccoli comuni, per fare in modo che l’impatto sociale ed economico circa la chiusura dei campi nomadi irregolari sia suddiviso tra le diverse Istituzioni e che il processo coinvolga anche altri organi istituzionali quali Ats, Prefetture, il Provveditorato agli Studi nonché tutti gli Enti interessati”.