SEREGNO – Là dove c’era l’immagine sfregiata di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, una nuova foto. Il sindaco Alberto Rossi voleva lanciare “un messaggio forte e chiaro agli imbecilli: non prevarranno”. Purtroppo il gesto, compiuto davanti alle scolaresche, si è trasformato in una gaffe clamorosa: fotografia invertita, ecco che sotto al nome di Falcone compare il volto di Borsellino e viceversa.
Il fattaccio è accaduto oggi proprio nel parco intitolato ai due magistrati, in occasione della Giornata della legalità che si tiene nell’anniversario della strage di Capaci. Quel gesto violento in cui perse la vita il giudice Falcone insieme alla moglie e agli uomini della sua scorta.
Il sindaco aveva spiegato nei giorni scorsi che, proprio in occasione dei preparativi, il Comune si era accorto del volto volutamente sfregiato dei due magistrati. Segni finiti proprio sui loro occhi che non lasciano spazio a dubbi sulle interpretazioni del gesto. E aveva aggiunto che sostituire quell’immagine rovinata, quella mancanza di rispetto nei confronti di due uomini simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, sarebbe stato il segnalo più importante da dare ai ragazzi nella mattinata di oggi.
“Una vicenda strumentalizzata – commenta Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega in Consiglio comunale – e finita poi nel ridicolo. Quello sfregio non sui volti dei due giudici l’avevo già notato il 19 luglio dello scorso anno. Oggi, purtroppo, c’è un altro sfregio ben peggiore che è difficile da cancellare: un sindaco, un’amministrazione comunale, che parlano di legalità e di uomini simbolo, poi non sono neanche in grado di associarli a un nome e a un cognome conosciuto in tutta Italia”.
Per Trezzi un fatto gravissimo: “Un errore senza precedenti fatto davanti alle autorità civili e militari. Un errore inammissibile fatto davanti agli alunni delle scuole dell’obbligo che nel 1992, ancora non erano nati. È da mesi che denunciamo l’arroganza del sindaco e della sua amministrazione e quello di oggi è l’emblema del suo modo di fare: irrispettoso e maleducato. L’aspetto più vergognoso è il fatto che Rossi, informato dell’errore, invece di fare un mea culpa alla fine della commemorazione ammettendo l’errore e spiegando ai ragazzi chi sono quei giudici, morti quando i nostri alunni non erano nemmeno nati, è risalito in macchina e se n’è andato via”.
Il capogruppo della Lega avanza due richieste ben precise: “Innanzitutto correggere immediatamente l’errore, nel rispetto di due fedeli servitori dello Stato che hanno perso la vita per combattere la mafia. E poi voglio il nome e il cognome dell’artefice di questa gaffe. Questa volta, mi auguro, senza confonderlo con altre persone”.