MONZA – I ragazzi diversamente abili sono scesi in campo per aiutare i bambini in difficoltà seguiti nella struttura di Villa Eva. una giornata di grandi emozioni, sport, solidarietà e riflessione: questi gli ingredienti dell’evento organizzato ieri sui campi dell’Asd San Fruttuoso dall’associazione Bran.Co Onlus con il patrocinio del Comune e che ha visto affrontarsi le squadre Scuola calcio Ragazzi speciali, Asd Silvia Tremolada, Arcobaleno Down e Sogna Sport Desio.
A vincere non è stato chi ha fatto più goal (per la cronaca il torneo è stato vinto dalla Scuola Calcio Ragazzi Speciali), ma il grande spirito di festa e di solidarietà che si respirava sul campo e soprattutto fuori dal campo.
Amabilmente un goal per Villa Eva: questo il titolo della manifestazione giunta alla terza edizione, allietata dal pranzo comunitario cucinato e consumato sotto il tendone e da momenti di animazione anche per i più piccoli. Una giornata che ha visto questi calciatori speciali incontrare anche i loro beniamini del Calcio Monza, lo storico ex capitano Vincenzo Iacopino, il calciatore Maurizio Ronco che ha conquistato il cuore del piccolo Manuel, mascotte della manifestazione e Roberto Mazzo, componente del Consiglio di amministrazione dei biancorossi. Calcio d’inizio affidato alla madrina Laura Golin, figlia dell’ex calciatore del Milan Lino Golin, sensibilmente emozionata e felice dell’onore riservatole.
Non sono volute mancare neppure le istituzioni: l’assessore Regionale allo Sport Martina Cambiaghi, il sindaco Dario Allevi, gli assessori Andrea Arbizzoni e Desirée Merlini, il deputato Jari Colla e diversi consiglieri comunali di Monza. La manifestazione è proseguita con un momento di incontro e di riflessione con l’intervento di Emanuele, un ragazzo che ha raccontato la sua esperienza di giovane bullizzato. Un incontro, condotto dalla dottoressa Nicoletta Porzano durante il quale è stato ribadito l’importanza del ruolo educativo della famiglia, nucleo fondante della società, guida e sostegno in tutte le fasi della vita.
Difficile descrivere la gioia che si leggeva negli occhi dei ragazzi, protagonisti non solo di un giorno di festa, ma autori di un prezioso gesto di solidarietà. La gioia del goal, del tiro parato, dell’incontro con i vecchi campioni, delle maglie e delle divise ricevute in dono, degli zaini pieni di gustosi gadget e soprattutto di quel sentirsi utili per piccoli sconosciuti a cui la vita non ha concesso il dono di quella famiglia, di quel papà o di quella mamma che, malgrado tutto, si prendono cura di loro.
Barbara Apicella