Oggi siamo abituati a vedere i bolidi che sfrecciano negli autodromi di tutto il mondo a velocità che, soltanto fino a pochi anni fa, sembravano addirittura impensabili. Vi lasciamo immaginare invece la curiosità e lo stupore del 22 luglio 1894, giorno di quella che è considerata a tutti gli effetti la prima corsa automobilistica della storia.
Si tratta della Parigi-Rouen, manifestazione lanciata attraverso le colonne del “Petit journal”. L’intento – aspetto davvero curioso – è quello di dare un contributo alla diffusione delle auto. O, meglio, delle locomobili così come vengono chiamate in quegli anni. L’obiettivo è già chiaro fin dalla lettura del regolamento, dove si presta molta attenzione al fatto che questi mezzi siano maneggevoli e il più possibile economici, in grado di percorrere preventivamente una cinquantina di chilometri entro le quattro ore, azionati esclusivamente da sistemi propulsivi meccanici.
L’idea riscuote un enorme successo: sono 102 le persone che si iscrivono alla corsa, anche se non tutte dispongono di un mezzo effettivamente adeguato a quelle che sono le richieste imposte dal regolamento. Di fatto alla gara ne vengono ammessi 72, di ogni tipo: 37 veicoli a petrolio, 30 a vapore, 3 elettrici, uno a gas e uno ad aria compressa. Saranno loro a contendersi il successo della Parigi-Rouen, 126 chilometri complessivi da percorrere.
La prima data fissata, quella dell’1 giugno, viene poi spostata al 7 giugno: impossibile fare a meno di Monsieur Marinoni, editore del giornale che finanzia la competizione. Anche per la nuova data, tuttavia, non si riesce a dare lo start perché molti dei veicoli iscritti non sono ancora pronti per la corsa. Di fatto si decide di concedere ancora un mese e mezzo, con partenza definitiva il 22 luglio.
Naturalmente il regolamento viene fatto rispettare: tutte devono dimostrare di poter percorrere la cinquantina di chilometri. Il giovedì, il venerdì e il sabato si disputano le prove. Non tutte riusciranno a farcela. Anzi, soltanto 21 riusciranno in quella che sembra a tutti gli effetti già un’impresa ancora prima della gara.
La classifica finale, con tempi presi tuttavia in modo approssimativo, vedono come mezzo più veloce il trattore De Dion-Bouton, mezzo a vapore di Albert De Dion, che secondo le stime percorre tutto il tragitto in 6 ore e 48 minuti. Non avrà però la soddisfazione di essere considerato il vincitore perché, ancora una volta, viene applicato il regolamento: ovvero mezzo ben poco maneggevole contrariamente a quanto richiesto. Indipendentemente dalle scelte della giuria, tuttavia, vero vincitore è la manifestazione stessa. Per il pubblico coinvolto e per l’impulso che dà allo sviluppo dei mezzi. E’ l’inizio di un futuro automobilistico che, a oltre 120 anni di distanza, possiamo dire che è ancora tutto da scrivere.
Gualfrido Galimberti