WUHAN – La Cina ha messo fine formalmente all’isolamento di Wuhan disposto il 23 gennaio negli sforzi per frenare la diffusione del coronavirus: il capoluogo dell’Hubei, focolaio della pandemia, era stato bloccato il 23 gennaio con l’intera provincia coinvolgendo attraverso una misura draconiana e senza precedenti 60 milioni di persone. Allo scoccare della mezzanotte locale, le 18 in Italia, il divieto di lasciare la città è caduto: le auto sono tornare ai caselli autostradali e i passeggeri sono saliti sui treni, sempre in uscita.
Il Paese ha registrato lunedì 32 casi di contagio da coronavirus, tutti importati, e per la prima volta nessun decesso. E’ quanto emerge dagli aggiornamenti quotidiani della Commissione sanitaria nazionale (Nhc).
I decessi zero sono emersi per la prima volta dal 23 gennaio, data di inizio del conteggio su base quotidiana della pandemia e dell’annuncio della chiusura della provincia dell’Hubei e del suo capoluogo Wuhan, l’epicentro del contagio, negli sforzi per contenere il Covid-19. Se i nuovi casi di contagio interno sono azzerati, quelli importati sono saliti, coi 32 di lunedì, a quota 983. Sono stati poi 89 i dimessi dagli ospedali, mentre i casi gravi sono scesi di 54 unità, a 211. Le infezioni complessive sono aumentate a 81.740, di cui 1.242 pazienti ancora in cura, 3.331 decessi e 77.167 dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione del 94,4%. I nuovi casi di asintomatici aggiornati a lunedì si sono attestati a 30, comprensivi di 9 importati: allo stato, sono 1.033 le persone sotto osservazione medica, di cui 275 riconducibili a casi importati.