Nessuno di noi ha mai avuto la possibilità di conoscerlo di persona ma, indirettamente, ha contribuito anche lui alla nostra formazio e alla nostra educazione rendendoci un po’ più “civili” nelle diverse situazioni. Il 28 luglio, anno 1503, è il giorno di nascita di Giovanni Della Casa. Letterato e sacerdote, conosciuto a livello internazionale per la sua opera più importante: il libro “Galateo overo de’ costumi”. Per tutti è il Galateo, il libro delle buone maniere.
Lui, del resto, le buone maniere le conosce. Si avvicina all’educazione, umanistica e di vita, negli anni degli studi con Ubaldino Bandinelli e Ludovico Beccadelli tra Firenze e Bologna. Poi, nel 1532, su suggerimento di Alessandro Farnese (poi Papa Paolo III a partire dal 1534) si avvicina alla vita ecclesiastica e sacerdotale. Nel 1544 diventa arcivescovo di Benevento, dove tuttavia lo vedranno ben poco: nello stesso anno Paolo III lo nomina nunzio apostolico a Venezia.
E’ il suo ambiente, quello dei letterati, della nobiltà e della vita mondana. Luogo ideale per osservare gli usi e i costumi e per capire come si sta al mondo.
Nozioni che gli diventeranno utili quando, caduto in disgrazia con la morte di Papa Paolo III, deve lasciare la città di San Marco. Si ritira a Nervesa, nel trevigiano, dedicando la sua attenzione all’attività letteraria. La sua opera più importante, il Galateo, non vedrà però la luce con lui. Sarà pubblicata postuma, nel 1558, riscuotendo un successo incredibile in tutta Europa. Un libro subito percepito come regole di comportamento e di vita, non come un trattato di filosofia.
Ancora oggi è un punto di riferimento per tutti. Forse non tutti sanno che si tratta di un libro, ancora meno persone sono in grado di indicare quali sono le sezioni tematiche trattate nei 30 capitoli. Ma per tutti il Galateo è l’insieme delle buone maniere che fanno fare una bella figura nella società.