Sono diminuiti durante il lockdown i fumatori di sigarette tradizionali, ma sono aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigaretta elettronica, alto il numero anche di chi li ha provati per la prima volta proprio durante questo periodo. Tra i fumatori di sigarette tradizionali chi non è riuscito a mettere ha invece aumentato il numero di sigarette fumate. Lo dicono i dati dell’Istituto Superiore di Sanità realizzati in collaborazione con l’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Università Vita-Salute S. Raffaele, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete Oncologica (ISPRO) e la Doxa, e presentati oggi 29 maggio, in ISS nel convegno in streaming, in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco.
L’indagine, svolta con l’obiettivo di cogliere gli effetti del lockdown sulle abitudini al fumo degli italiani, è stata effettuata nel mese di aprile 2020 mediante la compilazione anonima di un questionario online.
Rispetto all’opportunità colta si osserva che diminuisce la prevalenza dei fumatori durante il lockdown che passa dal 23,3% al 21,9%. 1,4 punti percentuali in meno che corrispondono ad una stima di circa 630 mila fumatori in meno (circa 334 mila uomini e 295 mila donne). Rispetto alle fasce d’età hanno cessato il consumo di sigarette circa 206 mila giovani tra 18-34 anni, 270 mila tra 35 e 54 anni e circa 150 mila tra 55 e 74 anni. Inoltre un altro 3,5% della popolazione pur non cessando completamente il consumo dei prodotti del tabacco ha diminuito la quantità consumata.
“I dati dell’indagine – dice Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e doping dell’ISS – ci dicono che il fumatore fortemente motivato ce la può fare a smettere e che situazioni di particolari emergenza sanitaria possono diventare una grande opportunità di salute”.
Purtroppo però il 9,0% della popolazione la cui stima è di circa 3,9 milioni di persone ha aumentato o iniziato il consumo di tabacco. Infatti, l’8,55 ha aumentato il numero di sigarette fumate al giorno e 218 mila persone sono diventate nuovi fumatori. Precisamente il consumo medio di sigarette al giorno è passato da 10,9 a 12,7 con un incremento percentuale di 9,1.
Particolarmente alta la percentuale di incremento delle sigarette consumate al giorno nelle donne che è stato del 15,2% rispetto al 3,6% riscontrato negli uomini.
Gli utilizzatori (occasionali+abituali) di sigaretta elettronica prima del lockdown erano l’8,1% della popolazione italiana (18-74 anni). Durante il lockdown tale percentuale è salita al 9,1% con un incremento degli utilizzatori di sigaretta elettronica pari a circa 436.000 persone. Tra gli utilizzatori di sigaretta elettronica che hanno peggiorato la loro condizione di consumatori durante il lockdown, il 38,9% ha incrementato il numero di puff, il 18,0% ha ripreso regolarmente ad utilizzarla, il 17,0% era un consumatore occasionale ed è diventato abituale (tutti i giorni), il 13,0% la utilizzava raramente (1-2 volte nella vita) ed è diventato un consumatore abituale, il 13% non l’aveva mai provata prima del lockdown.
Gli utilizzatori (occasionali+abituali) di prodotti a tabacco riscaldato prima del lockdown erano il 4,1% degli italiani (18-74 anni), ovvero circa 1.787.600 persone. Durante il lockdown tale percentuale è salita al 4,4% con un incremento degli utilizzatori di sigaretta elettronica pari a circa 130.800 persone. Tra gli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato che hanno peggiorato la loro condizione di consumatori durante il lockdown, il 45,0% ha iniziato ad utilizzarli, il 23,1% era un consumatore occasionale ed è diventato abituale (tutti i giorni), il 18,6% la utilizzava raramente (1-2 volte nella vita) ed è diventato un consumatore abituale, il 13,4% ha ricominciato ad utilizzarli durante del lockdown.
Coloro che hanno dichiarato di aver aumentato l’uso di prodotti a tabacco riscaldato durante il lockdown sono soprattutto i giovani (18-34 anni) e gli adulti (35-54 anni), coloro che hanno un livello di istruzione alto, coloro che vivono con bambini (0-14 anni), che utilizzano occasionalmente o regolarmente la sigaretta elettronica.
La percentuale di chi utilizza i prodotti del tabacco e la sigaretta elettronica è significativamente più elevata tra coloro che hanno dichiarato di avere un consumo di alcol “a rischio”, di consumare cannabis o di praticare il gambling (gioco d’azzardo).