Una lettera inviata al premier Giuseppe Conte, affinché anche in Brianza possa essere riconosciuta la possibilità di usufruire del “Bonus Mobilità” per l’acquisto di biciclette o monopattini. E’ quella firmata dai sindaci Alberto Rossi (Seregno), Roberto Corti (Desio) e Concettina Monguzzi, sostenuta e condivisa anche dal senatore brianzolo Roberto Rampi.
“Abbiamo sottolineato – spiega il sindaco di Seregno – che si tratta di tre Comuni contigui che fanno quasi 135 mila abitanti in tre. Insieme saremmo la terza città di Lombardia. Abbiamo un intenso traffico ferroviario (oltre 30 mila pendolari al giorno) e veicolare. Tuttavia i cittadini dei nostri Comuni non possono beneficiare del “Bonus Mobilità”, perché ciascuno dei nostri Comuni ha una popolazione compresa tra i 42 ed i 46 mila abitanti (non raggiungendo, di poco, la soglia dei 50 mila) e perché, amministrativamente, facciamo parte della Provincia di Monza e della Brianza e non della Città Metropolitana di Milano”.
Insomma città di sicuro di grandi dimensioni e molto popolate che, tuttavia, non hanno i requisiti per accedere al “Bonus Mobilità”. I tre sindaci, tuttavia, sottolineano che “possono invece beneficiarne gli abitanti di città che presentano problematiche di mobilità non certamente più complesse di quelle che riguardano i nostri territori. Abbiamo un intenso tessuto produttivo e commerciale, scuole superiori frequentate da studenti da tutta la Brianza e con centri storici ricchi di esercizi di vicinato da raggiungere e frequentare prevalentemente a piedi e in bicicletta”.
“Riteniamo fondamentale soprattutto in questa fase – commenta Rossi – riconoscere un sostegno economico anche ai nostri concittadini intenzionati a lasciare a casa la propria auto. A fronte di questo, e ad accordi che stiamo realizzando per integrare e potenziare una serie di servizi legati alla mobilità dolce fra i nostri Comuni, crediamo che la norma tradisca, in questo caso, lo spirito che con la regola si voleva perseguire. Abbiamo chiesto, quindi, attenzione e il giusto sostegno. Auspichiamo che in uno dei prossimi interventi questa incongruenza venga in qualche maniera corretta, per far sì che la norma mostri la sua efficacia laddove c’è realmente l’esigenza di attivare politiche per la mobilità dolce”.