RIVA DEL GARDA – I pendii per produrre uva di qualità, l’acqua del lago per “cullare” il vino e consentire una dolce maturazione a condizioni ideali che non si possono riprodurre in cantina.
Ieri, sabato 27 giugno, 1.216 bottiglie di spumante metodo classico della Cantina di Riva del Garda sono state calate nell’acqua del lago grazie al Gruppo sommozzatori e ai Vigili del fuoco. Riposeranno a 38 metri di profondità per 12 mesi.
“A quella profondità – spiega Furio Battelini, l’enologo di Cantina Riva del Garda – c’è sia una minore differenza tra pressione interna alle bottiglie, all’incirca 6 bar, e quella del lago, costante a quasi 5 bar, sia la quasi totale assenza di ossigeno. Queste sono condizioni difficilmente realizzabili in superficie che abbattono decisamente lo scambio gassoso esterno-interno, permettendo una maturazione più lenta”.
Niente luce, niente rumori, una temperatura costante tra i 9 e i 13 gradi. In più le correnti che, in modo dolce, avranno il compito di “cullare” le bottiglie in modo naturale. Movimento naturale che, nella fase di autolisi dei lieviti, impedirà la formazione di depositi, facendo sì che il vino possa acquisire ancora più profumi.
Dopo i dodici mesi nel lago il vino sarà sottoposto ad altri due anni di maturazione in cantina. Sarà commercializzato come “Brezza Riva riserva”, un Trento Doc pas dosé ottenuto esclusivamente da uve Chardonnay.