ROMA – Il debito pubblico sfonda il muro dei 2500 miliardi di euro. Un nuovo, poco invidiabile, record certificato dalla Banca d’Italia.
A maggio il macigno finanziario che grava su tutti gli italiani è arrivato a pesare 2.507,6 miliardi, in crescita di 40,5 miliardi rispetto al mese precedente. Un risultato che riflette in particolare il deciso incremento del fabbisogno del mese, pari a 25 miliardi. Dato, quest’ultimo, frutto del combinato disposto di confinamento e chiusura a tappeto di quasi tutte le attività.
Si fa sentire, eccome, l’impatto della crisi, ovviamente non limitato a maggio. Nei primi cinque mesi del corrente anno, infatti, il fabbisogno pubblico ha superato i 66 miliardi (66,4 miliardi) doppiando abbondantemente le necessità dello stesso periodo del 2019 (29,6 miliardi), anche a causa del calo di entrate tributarie, ridotte di 12,9 miliardi tra un gennaio-maggio (del 2019) e il gennaio-maggio 2020.
“Ora che cosa potrebbe succedere? Di preciso non lo può sapere nessuno – commenta la Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato). Secondo Mazziero Research, l’istituto di studi e ricerche che aveva previsto in 2.512 miliardi l’entità debito pubblico a maggio (e che, quindi, ha “sforato” solo di sette miliardi circa il risultato a consuntivo), a fine giugno il debito pubblico dovrebbe essere compreso tra 2.534 e 2.539 miliardi per continuare sulla strada dell’aumento fino a novembre (2.608 miliardi) e attestarsi a fine anno a 2.587 miliardi”.