MILANO – “Esprimo la mia vicinanza e, a nome del presidente Fontana, quella dell’intera Giunta regionale alle famiglie delle due neonate di un mese decedute al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, colpite dal virus della pertosse. Preciso che non è in atto alcun focolaio nella Bergamasca, così come conferma la distanza sia geografica che temporale dei due casi, avvenuti a 40 giorni di distanza, la prima a fine giugno, la seconda a fine luglio, e in località differenti, Seriate e Treviglio. Sottolineo però, ancora una volta, l’importanza e necessità per le donne in gravidanza di verificare e regolarizzare la propria situazione vaccinale, che rimane l’unico modo per impedire il ripetersi di queste tragedie e proteggere i propri piccoli”. Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera in merito alla notizia della morte di due neonate di un mese all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo a causa della pertosse.
Le piccole sono state trasportate nel presidio di Bergamo perché centro di riferimento regionale per Ecmo pediatrico. La prima, residente in provincia di Bergamo è stata trasferita dall’ospedale di Alzano Lombardo il 16 giugno ed è deceduta il 23 giugno; la seconda, residente in provincia di Crema, ricoverata all’ospedale di Treviglio, è giunta al Papa Giovanni il 27 luglio e deceduta il 30 luglio.
“Proprio nella Bergamasca la prossima settimana – ha spiegato l’assessore – partirà una campagna di sensibilizzazione presso consultori e ospedali, che coinvolgerà le donne nel terzo mese di gravidanza per promuovere la vaccinazione antidifterite tetano, pertosse, che è quella che comprende l’antipertossica. L’obiettivo è proteggere il feto attraverso la trasmissione degli anticorpi della mamma. Ciò permette di proteggere il neonato nei primi giorni di vita prima cioè, che possa iniziare il ciclo vaccinale”.
“Ricordo inoltre – ha concluso Gallera – che la nuova offerta del Piano regionale Prevenzione vaccinale offre gratuitamente e fortemente raccomanda la vaccinazione antipertossica anche a tutti gli adulti ogni 10 anni insieme alla vaccinazione antidifterite e antitetanica. Se, come dimostrano le ultime rilevazioni delle coperture il 96% dei nati 2015 risultava vaccinato, sui richiami dopo i 7 anni è necessario intensificare gli sforzi”.