Si chiama William Kemmler e detiene un triste primato di cui avrebbe fatto volentieri a meno: è l’uomo che, primo in assoluto, viene giustiziato con la sedie elettrica. E’ il 6 agosto 1890 e a New York, nella prigione di Auburn, così viene punito quest’uomo colpevole di avere ucciso la sua compagna l’anno precedente.
A sviluppare questa macchina infernale è nientemeno che Thomas Edison. Del resto è l’uomo che proprio in questi anni sta aprendo le frontiere al mondo con l’energia elettrica. Non è però sua l’idea: è di un tale Alfred Southwick, dentista di professione, uno che alle poltrone insomma è abituato. E’ lui che, dopo aver saputo di un uomo morto fulminato mentre tentava di sabotare una centralina elettrica, inizia a pensare a un modo per giustiziare i detenuti senza fare ricorso al metodo barbaro dell’impiccagione.
Al momento non se ne fa nulla. Lui butta lì l’idea a un amico senatore, ma il progetto rimane nel cassetto. Soltanto quando i politici si decidono a passare ai fatti, ecco che il lavoro viene commissionato a Edison. Siamo nel 1887, la sedia elettrica viene ufficialmente inventata, ma prima viene a lungo testata sugli animali. La scelta, del resto, è quella di causare una morte rapida e indolore. Non si può improvvisare.
La scienza e le sperimentazioni, però, nulla possono di fronte alla voglia di vivere del condannato: di fatto la prima esecuzione, quella di Kemmler, sarà tutt’altro che rapida e indolore. Saranno necessari 17 secondi di scarica elettrica, tra le urla del giustiziato, per spedirlo all’altro mondo. L’episodio scuote subito la coscienza degli statunitensi, ma Edison riesce lo stesso a fare adottare il sistema della sedia elettrica a numerosi Stati. Sarà il metodo utilizzato in quasi tutti gli Stati Uniti centrali e orientali fino agli anni ’80, quando di fronte al movimento popolare si preferirà passare a una semplice iniezione.
Negli anni la sedia elettrica viene perfezionata. Da quel primo terrificante tentativo si arriverà a creare un meccanismo che produce due scariche: la prima per privare di coscienza il condannato, la seconda per causarne la morte. Negli anni, però, non mancheranno intoppi. Quello clamoroso riguarda Willie Francis che nel 1946, all’età di 17 anni, viene condannato a morte per l’omicidio di un farmacista. Le numerose scariche elettriche oltre i 2.000 volt nulla possono con lui: sopravviverà alla sedia elettrica. Non per molto, visto che l’esecuzione verrà rinviata di un anno, avvenuta stavolta con successo. Il secondo caso, invece, è quello di John Louis Evans. Viene fatto accomodare sulla sedia elettrica nell’aprile 1983: soltanto dopo un quarto d’ora di scariche il boia riuscirà barbaramente a ucciderlo.
Ecco, forse proprio quel giorno gli statunitensi decidono che è giunta l’ora di dire basta. La pena di morte non verrà abolita in tutti gli Stati, ma almeno sarà evitato quel metodo atroce e doloroso. Si passerà all’iniezione. A pensarci bene, è comunque da bestie.
Gualfrido Galimberti