Appena lo 0,1% delle 52209 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Italia riguarda l’agricoltura dove nelle 730mila aziende non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio al 31 agosto 2020 che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne mentre la percentuale in industria e servizi è del 98,7%.
In questo contesto per salvare la vendemmia, la raccolta di mele, pere e kiwi ma anche delle olive è necessario – sottolinea la Coldiretti – estendere a tutte le Regioni i tamponi all’arrivo in Italia anche ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero come è già stato fatto in Trentino Alto Adige che ha dato il via libera ai test sui collaboratori agricoli giunti da altre parti del mondo che potranno così partecipare da subito alle attività di raccolta della frutta e dell’uva messe a rischio dalla mancanza di manodopera qualificata per il blocco delle frontiere per il rischio Covid.
In questo modo i lavoratori stranieri che superano il test potranno svolgere le attività di raccolta, con la Coldiretti che ha avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica. Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre soprattutto dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher “agricolo.
Un provvedimento che interesserebbe almeno 25 mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.