“L’emergenza sanitaria frantuma i redditi e brucia i consumi. Il dato odierno relativo ai conti economici del secondo trimestre purtroppo conferma, sostanzialmente, le nostre stime recenti: il fortissimo calo di Pil e consumi e la conseguente impennata della propensione al risparmio, certifica che il secondo trimestre è quello che maggiormente ha subito i colpi del lockdown ed ha registrato i dati più negativi nella storia economica delle Repubblica, con la maggiore prudenza di spesa delle famiglie che spiega, da sola, una contrazione dei consumi di 15 miliardi di euro a trimestre e del 5,5% nella media dei primi sei mesi dell’anno”. Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta i dati Istat diffusi oggi.
“Significa che per metà la caduta dei consumi a cui stiamo assistendo è spiegata dal timore delle famiglie per le evoluzioni del prossimo futuro – aggiungono da Confesercenti -. Ripristinare la fiducia dei consumatori è condizione necessaria per riavviare la crescita. Per la restante parte l’arretramento dei consumi è determinato dalla fortissima compressione del reddito disponibile delle famiglie che dovrebbe raggiungere i 1.250 euro per quest’anno, per complessivi 32 miliardi di euro. In alcuni comparti, come il turismo ed il commercio, nonostante la ripartenza e un’estate che ha riaperto qualche speranza, resta un orizzonte fosco, complice anche l’incertezza sull’evoluzione a breve della pandemia”.
“Confermiamo anche, stante la situazione attuale – concludono da Confesercenti – le nostre stime di possibili chiusure per circa 90mila imprese dei comparti commercio al dettaglio, alberghi, pubblici esercizi, che si aggiungerebbero al minor numero di nuove imprese che si sta registrando, viste le difficoltà economiche. Il sostegno ai redditi generati da questo settore è un secondo campo prioritario di intervento per uscire dalla recessione pandemica. Tra pochi giorni dovrà essere predisposta la Nadef e a metà mese inizieranno le consultazioni con la Commissione per il PNRR. E’ un’occasione storica per superare vecchi nodi strutturali, far fare un salto tecnologico al nostro sistema economico, attraverso la formazione e la digitalizzazione a supporto della crescita, modernizzare il Paese e garantire lavoro, a patto che si usino le risorse a disposizione in modo efficace”.