“I nostri cuori sono spezzati mentre condividiamo la perdita del nostro amato Frankie. Era amato oltre misura e ci mancherà moltissimo”. Con questo post su Facebook il dottor Arny Ferrando, ricercatore presso il Center for Translational Research in Aging and Longevity dell’Università dell’Arkansas (Usa), ha annunciato la morte del suo amatissimo Frankie, il cane ribattezzato dalla stampa mondiale il “cane che fiutava il tumore alla tiroide”.
Frankie era un dolcissimo meticcio nero che il dottor Ferrando e la moglie avevano adottato, malgrado in casa avessero già altri quattro cani. Frankie molto probabilmente era stato abbandonato. I coniugi Ferrando lo trovarono che vagava in mezzo alla strada: solo, nero, con i denti rovinati, un orecchio che non stava su e malato di filarosi. Ma non ci hanno pensato due volte ad aprirgli le porte della loro casa e del loro cuore. Scoprendo, di lì a poco, che quel trovatello aveva un fiuto speciale, che riusciva a individuare i tumori alla tiroide con un bassissimo margine di errore, appena del 12 per cento. Frankie annusando i campioni di urina riusciva a scovare la presenza del tumore alla tiroide. Un talento innato ma allenato dall’uomo, che ha permesso a Frankie di “salvare” la vita a decine di persone. Frankie infatti riusciva a distinguere il campione di urine di una persona sana da quello di una persona con tumore tiroideo. Quando il cane odorava il campione sano si allontanava, quanto fiutava quello con la presenza di cellule tumorali si sdraiava. Frankie è stato messo alla prova con 34 pazienti, azzeccando la diagnosi di 30, con una percentuale molto elevata di fiuto infallibile.
Un caso non unico quello del piccolo Frankie. Ci sono altri episodi di cani dal fiuto straordinario che annusano la presenza di tumori, o altri che vengono addestrati per stare accanto al paziente diabetico. Per non parlare degli effetti positivi, rilevati anche dalla scienza, che ha la pet therapy.
Non chiamiamoli solo cani.
B. Api