Sono le Regioni a fornire i dati su cui poggia il monitoraggio relativo all’andamento della situazione epidemiologica. E nella cabina di regia che elabora quei parametri ci sono tre rappresentanti indicati dalle stesse Regioni. Dunque “è surreale” che alcuni governatori, “anziché assumersi la loro parte di responsabilità”, facciano “finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i loro territori”. Il ministro della Salute Roberto Speranza, dopo aver firmato l’ordinanza che inserisce le Regioni nelle zone ‘rossa’ e ‘arancione’, stoppa la rivolta dei presidenti e passa al contrattacco.
Sostenuto, sottolinea il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, “da tutto il governo” e dagli scienziati. Lo scontro è però duro e non è destinato a spegnersi, almeno nell’immediato: i governatori insistono chiedendo una verifica o minacciando, lo fa il presidente facente funzioni della Calabria rossa Nino Spirlì, di impugnare il provvedimento.
Non solo: nelle prossime ore arriveranno i nuovi dati relativi alla settimana 26 ottobre-1 novembre e non è affatto escluso che chi oggi si trova nella zona gialla possa finire in quelle dove sono previste maggiori restrizioni: a rischio ci sono almeno la Campania, la Liguria, il Veneto, la Toscana.