Conoscete il Peba? Presumibilmente, se siete sinceri, risponderete quasi tutti in modo negativo. State tranquilli, siete in buona compagnia: il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche risulta sconosciuto alla gran parte dei Comuni italiani. Con una sostanziale differenza: a me e a voi potrebbe interessare conoscerlo per un discorso di sensibilità personale; i Comuni, invece, dal 1987 devono esserne dotati per legge. Eppure quasi nessuno di loro ne è in possesso. Del resto sono passati più di trent’anni e, in modo molto cinico, i nostri politici che si sono alternati nel tempo devono aver valutato che la disabilità non porta voti. Altrimenti non ci spiegeremmo il perché dei Comuni fuorilegge.
Non so se l’avete notato: dal pomeriggio di ieri, sabato 11 agosto, Seietrenta.com ha una nuova testata. Sosteniamo proprio i progetti di Peba onlus. Un’associazione senza fini di lucro che si batte perché il nostro Paese non abbia più barriere architettoniche. Un sogno, certamente, ma per far sì che diventi realtà da qualche parte bisogna pure iniziare. Peba onlus un esempio lo dà ed è molto concreto: senza chiedere soldi, si propone ai Comuni per fare attività di sensibilizzazione e, nello stesso tempo, per tirare fuori i soldi di tasca sua per abbattere le barriere architettoniche. Non naviga nell’oro. E’ una realtà che cerca di intercettare i bandi nazionali ed europei (ce ne sono tantissimi, non siamo in grado noi di usufruirne), raccoglie fondi con molte attività e ha tra i testimonial gente che ci mette la faccia come l’ex attaccante del Milan e campione del mondo con l’Italia, Daniele Massaro.
Quello spazio in alto nel sito, il più visibile, è il più ambìto dalla pubblicità e quello che si vende meglio: come facilità e quantità di quattrini che entrano nelle tasche dei giornali. Per quello spazio ceduto a Peba onlus non intaschiamo nemmeno un centesimo di euro. Questo rientra nel nostro modo di intendere un giornale inserito in un territorio. Non uno “spazio” per dare semplicemente notizie, bensì un luogo che deve dare valore a un territorio.
Innanzitutto scrivendo notizie. La cronaca nera, ahinoi, esiste e dobbiamo tenercela. Ma in questo sito troverete di sicuro umanità. E spazio per chi questo territorio lo fa vivere e lo fa crescere quotidianamente, facendolo essere quello che è. Difetti ci sono, ma impariamo a dare una pulitina alle lenti: la realtà non è sempre così offuscata e, anzi, ci sono persone e storie che ogni giorni ci rendono felici di essere qui a raccontare ciò che accade.
Ma c’è un altro modo che un sito ha a disposizione per dare valore. Metterci del suo. Mettere in vetrina i valori della nostra terra, sostenere in modo concreto l’attività delle tante associazioni e delle tante realtà che hanno un’importanza inestimabile. Ci riferiamo anche alle aziende: saremo ben felici di scrivere articoli – a costo zero – per raccontare le necessità di chi offre un posto di lavoro e ricerca personale. Intanto iniziamo con una vetrina – in questo caso una testata – per essere vicini a Peba onlus e sensibilizzare a nostra volta sul tema della disabilità.
Un giornale, a sua volta, aiutando a scoprire i fatti e a comprenderli, ha il compito di abbattere le barriere. Figuriamoci se non ringraziamo chi abbatte anche quelle fisiche perché tutti abbiano la stessa possibilità di vivere il territorio. E poi, naturalmente, il nostro impegno è quello di destinare una percentuale della pubblicità che raccoglieremo a favore di interventi sociali. Non vi diciamo quanto: chi vuol fare del bene in modo sincero lo fa in silenzio senza sbandierarlo ai quattro venti. Però il nostro sogno resta quello di dare vita a una raccolta di fondi da gestire in modo trasparente insieme ai quei cittadini e a quelle realtà che vorranno unirsi a noi. Pensateci bene: la sola Monza conta circa 120 mila abitanti; l’intera provincia non è lontana dal milione. Se ognuno di noi fosse disposto a metterci un euro – un caffè all’anno per aiutare gli altri – tutti insieme potremmo fare miracoli.
Gualfrido Galimberti