Nel grande dibattito che sta tenendo banco in questi giorni a livello internazionale sulle prossime festività natalizie si inserisce anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Con un richiamo al senso di responsabilità: “Sappiamo che prima o poi ci sarà sicurezza, la pandemia sarà finita, ma ognuno di noi è chiamato a svolgere il proprio ruolo perché ciò avvenga”. Lo ha ricordato a tutti il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.
E’ stato anche più esplicito, a dire il vero, con affermazioni che non lasciano spazio a dubbi di interpretazione: “È consigliabile festeggiare in casa, evitare riunioni con persone che non siano i familiari e, se si fanno incontri che si facciano preferibilmente all’esterno, con distanziamento fisico e indossando la mascherina”. Inevitabile anche l’accenno agli spostamenti: “Tutti dobbiamo chiederci se in queste circostanze quel certo viaggio sia proprio necessario, questo è il momento di restare in casa, al sicuro”.
Insomma, un Natale un po’ diverso dal solito, nella consapevolezza “che ciò che si guadagna può facilmente essere perso”. Meglio aspettare a cantare vittoria di fronte ai dati in calo che leggiamo in questi giorni.
Dietro alle festività, infatti, per l’Oms c’è il rischio concreto di una terza ondata di contagi, in un periodo in cui non disponiamo di un numero sufficiente di vaccini per fronteggiare una nuova emergenza. Ci sarebbero solo per le categoria più a rischio, ma per arrivare a una immunità di gregge sarà necessario attendere ancora diversi mesi.