Meno merendine, insalate in busta e succhi di frutta. Più patate, pizze e pesce surgelato. E’ l’effetto Covid nel carrello della spesa degli italiani, secondo l’ultimo rapporto Ismea sui consumi nei primi 9 mesi dell’anno.
Un vero e proprio borsino con prodotti che salgono e scendono, sui quali hanno impattato chiusure e lockdown, a partire dalle merendine. Penalizzate dalla chiusura delle scuole e dalla maggior presenza delle mamme in cucina, la spesa per questi prodotti scende dello 0,8%, come anche inevitabile è la perdita di oltre il 21% del fatturato dei dolci da ricorrenza, a causa del distanziamento forzoso.
Si scopre poi che gli italiani preferiscono mangiare frutta fresca, in aumento del 9,6%, piuttosto che ‘berla’, visto che i succhi segnano ancora una flessione del 3,4% che si somma a -3% dello scorso anno. Piccola rivoluzione anche per il comparto degli ortaggi freschi, dove gli acquisti aumentano del 10,2%, mentre perdono terreno quelli in busta di IV° gamma, che nei primi sei mesi registrano -6,6%, sintomo di un mercato forse saturo o forse solo ‘vittima temporanea’ del maggior tempo a disposizione per la preparazione dei pasti e della minor disponibilità economica di molte famiglie. Tra i protagonisti di questi mesi sono gli acquisti per le patate (+13,9%) favorite dalla lunga conservabilità, dal prezzo popolare e dalla facilità di utilizzo.
In crescita, secondo Ismea, tutti i prodotti surgelati, dagli ortaggi (+9%) al pesce (+16,5%) dove pesa la limitatissima conservabilità del fresco. Ottima, infine, la performance delle pizze pronte per lo più surgelate, che segnano vendite in aumento del 15,3%, arrivando a pesare il 9% sul fatturato totale del comparto derivati dei cereali. Incrementi anche per i prodotti per la prima colazione (+5,2%) e per i primi piatti pronti a doppia cifra del 13,4%.