GIUSSANO – Questa volta, purtroppo, è stato davvero l’ultimo viaggio: nella giornata di venerdì, nella chiesa parrocchiale di Paina, l’ultimo saluto a Carlo Bonfanti. Un nome che dice molto, non solo qui in città, a chi ama lo sport e le imprese. Classe 1939, spirito irriducibile e voglia di mettersi sempre alla prova, nella sua vita si è tolto davvero parecchie soddisfazioni. Soltanto l’emergenza Covid e tutte le restrizioni del periodo hanno impedito ai numerosi amici di dargli un ultimo abbraccio.
Iscritto alla sezione giussanese del Club Alpino Italiano fin dal 1959, fin da subito si è appassionato alle arrampicate dedicando la sua attenzione alle montagne lecchesi. Era solo l’inizio: dopo il servizio di leva, del 1961, ha frequentato corsi di alpinismo, roccia, ghiaccio e sci. Da lì per lui una lunga serie di arrampicate nella zona di Sondrio, Lecco, nelle Dolomiti e in Svizzera. Ha raggiunto tutte le cime più prestigiose dell’arco alpino, ma ha partecipato anche a spedizioni all’estero: dalla Groenlandia alla Siberia, sulle Ande, in Malesia, sul Kilimangiaro.
Per lui, però, non solo arrampicate: iscritto alla società sportiva Libertas di Sesto San Giovanni, ha praticato lo sci da fondo vincendo molte gare. Poi, da allenatore, ha guidato la giussanese Simona Tagliabue, capace di ottenere successi prestigiosi.
Patito di mountain bike, è stato anche uno dei pionieri dello ski roll verso gli anni ‘80 del secolo scorso. E’ stato lui il primo al mondo a percorrere integralmente il Cammino di Santiago de Compostela con le bacchette e gli sci a rotelle. L’ultima impresa l’ha tentata lo scorso mese di ottobre: l’età, ormai 81 anni, non gli ha impedito salire in sella a una bicicletta nell’intento di andare da Giussano a Roma, in piena pandemia, passando per stradine secondarie. E’ stato fermato soltanto da un guasto irreparabile a Orbetello, dopo 600 chilometri.
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Agosto 14, 2023