MONZA – La città è in balia di graffitari e imbrattatori. Dal centro alla periferia, su muri di condomini popolari ma anche di ville e palazzine signorili, ovunque si trovano scritte spesso ingiuriose contro chi non la pensa allo stesso modo e contro le forze dell’ordine.
A Monza il problema degli imbrattatori è diventato un’emergenza e l’annuncio che il prossimo 15 settembre i componenti del centro sociale Tarantula organizzeranno una Taz con tanto di jam writing ha messo in allarme la cittadinanza. Il nostro sito ha dato la notizia dell’evento annunciata direttamente sul profilo Facebook di Tarantula. L’articolo, condiviso poi sul gruppo “EasyMonza”, ha fatto discutere parecchio, facendo scendere in campo persino il sindaco Dario Allevi che ha postato le immagini di numerosi muri pubblici e privati pieni di scritte anche volgari contro le forze dell’ordine,il Papa, l’amministrazione colpevole di aver introdotto il Daspo. Incitando alla rivolta e alla violenza. A Monza non mancano neppure le scritte in arabo e l’invito a dare fuoco ai fascisti.
La lotta politica nella città di Teodolinda si fa anche sui muri: un esempio non certo gratificante è quello che appare a chi attraversa il viale Libertà dove, soprattutto nei pressi del Centro civico, i muri appena imbiancati di alcune palazzine sono pieni di scritte dove fascisti e comunisti se le dicono di santa ragione.
A pagarne le spese sono però i cittadini. In primis i contribuenti come è successo per il sottopasso di via Rota-Grassi che l’anno scorso appena ritinteggiato è stato oltraggiato da chi, quei muri bianchi o grigi non li sopporta. Non certo però coprendoli con esempi di street art, ma con ben più banali e stupide scritte volgari.
Ma a mettere mano al portafoglio sono anche gli inquilini delle palazzine che si ritrovano la facciata riempita di scritte.
E’ da anni che Monza combatte contro gli imbrattatori. Non sono bastate le pulizie di primavera a riportare pulizia e decoro sui muri monzesi; non è bastato l’intervento educativo del gruppo “Fight the writers” nato in seno ai club di servizio e che oltre a ripulire i muri a proprie spese e con il proprio lavoro ha organizzato incontri nelle scuole per spiegare ai più giovani che imbrattare è un reato.
Il problema delle scritte oltraggiose a Monza è ben più antico. Risale infatti all’11 aprile 1849 l’ordinanza del Podestà Benaglia che obbligava i proprietari e gli inquilini delle case imbrattate dalle scritte contro le forze dell’ordine e il governo a ripulirle e a vegliare affinché l’episodio non si ripetesse. Un documento postato sulla pagina Facebook di “Sei di Monza se…” che ci ha riportato indietro nel tempo. Ma a 169 anni di distanza nulla è cambiato.
Barbara Apicella