PERUGIA – Mentre molte regioni d’Italia fanno un passo avanti e ottengono un allentamento delle restrizioni, qui si cambia ma al contrario: da oggi, fino a domenica 21 febbraio, tutta la provincia di Perugia è collocata in zona rossa. Lo ha deciso la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che ha stabilito la zona rossa anche per sei Comuni della provincia di Terni: Amelia, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione e San Venanzo. Il resto dell’Umbria, invece, rimane in zona arancione.
In Umbria sono stati individuati 18 casi di variante inglese del virus Sars-Cov-2 e 12 di quella brasiliana, mentre su altri campioni sono in corso le analisi. Complessivamente sono stati 42 i campioni inviati all’Istituto superiore di Sanità. La variante brasiliana si presenta prevalentemente in ambito ospedaliero, mentre quella inglese si riscontra soprattutto sul territorio, in particolare nell’area tra Bastia Umbra, il Perugino e il Trasimeno. Inoltre – secondo i dati del Monitoraggio Iss-Ministero della Salute, al 3 febbraio 2021 relativi alla settimana 25 gennaio-31 gennaio 2021 – la regione ha fatto registrare il dato più alto in Italia relativo all’indice Rt (1.18). Non solo: con la giornata di sabato è aumentata anche la pressione sugli ospedali a causa di una impennata di ricoveri.
“Abbiamo dovuto adottare un provvedimento pesante – ha affermato Tesei – che presuppone sacrifici per tutti ma ho seguito le indicazioni e le richieste della sanità. Non solo quelle regionali ma anche dell’Istituto superiore. Ho adottato un principio di massima precauzione per evitare che il virus possa dilagare anche al resto dell’Umbria e alle regioni limitrofe. Credo che questo approfondimento che è stato fatto sia utile all’intero Paese e adesso anche altre Regioni stanno cominciando a intervenire con esami più approfonditi per isolare le varianti”.
L’ordinanza, oltre alle norme Dpcm della fascia rossa, prevede che negli stessi comuni saranno sospesi tutti i servizi socio-educativi per la prima infanzia – fino a 36 mesi di età – pubblici e privati e i servizi educativi delle scuole dell’infanzia, mentre le altre scuole svolgeranno esclusivamente le lezioni con modalità a distanza (dad). Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o “in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”.
Negli stessi comuni è disposto il divieto di consumazione di alimenti e bevande all’aperto nei luoghi pubblici; il divieto di distribuzione di alimenti e bevande, mediante sistemi automatici; il divieto di svolgimento delle attività sportive e ludiche di gruppo, nei parchi ed aree verdi.