NEW YORK – Mentre tutto il mondo è alle prese con la variante inglese, quella brasiliana e quella sudafricana, secondo gli esperti c’è un nuovo rischio da considerare: sono infatti state individuate anche sette varianti statunitensi. A darne notizia è il New York Times, che cita uno studio pubblicato domenica e che presenta sette derivazioni del coronavirus. Tutte hanno in comune la mutazione in una specifica area genetica.
Non solo: tutto sono considerate terribilmente contagiose. Rivelano una maggiore capacità di trasmissione.
“C’è chiaramente qualcosa che sta succedendo in queste mutazioni”, ha affermato Jeremy Kamil, virologo della Louisiana State University e co-autore del nuovo studio cui fa riferimento il New York Times. Ciò che non è ancora chiaro però è se sia proprio questa mutazione che i vari ceppi hanno in comune a rendere le varianti più contagiose, ma i sospetti in tal senso sono alimentati dal fatto che la mutazione compaia in un gene che accede alle cellule umane.