Consumi in calo dell’1% per la frutta e verdura nelle tavole degli italiani nel 2020, con 6 milioni di tonnellate pari a 233 kg a famiglia. Questo, dopo un primo semestre positivo con punte di +3% dovuto alla prima ondata della pandemia. E’ quanto emerge dall’Osservatorio di mercato di CSO Italy, su rilevazioni GFK. La frutta è il segmento che ha più sofferto, con volumi in calo del 3,5%, confermando il trend negativo degli ultimi due anni. Tra le specie meglio hanno fatto mele (+4%), arance (+3%), uva da tavola (+14%) e piccoli frutti (+1%), ma non angurie (-8%), clementine (-7%) e meloni (-5%).
Capitolo a parte per le drupacee, influenzate dalle gelate di inizio aprile che hanno compromesso la disponibilità sul mercato; perdono quindi il 20% le pesche, il 23% le nettarine, il 29% le albicocche, il 21% le susine e il 20% le ciliegie.
Migliore la situazione per gli ortaggi con +2%; nella top 10 ci sono patate (+11%), carote (+8%), zucchine (+1%), cipolle (+8%), finocchi (+9%), melanzane (+2%) e peperoni; segno meno, invece, per pomodori (-2%), insalate (-5%) e cavolfiori (-3%).
Sul fronte prezzi la spesa media per famiglia è di 458 euro (+4%), con la distribuzione moderna in aumento del 3% dei volumi venduti, mentre ipermercati perdono il 5%, come anche gli ambulantati e i mercati rionali (-18%); crescono, infine del 3% i fruttivendoli.
Passando alle aree geografiche, nel Nord Ovest si sono concentrati il 31% degli acquisti nazionali con un calo in valore assoluto dell’1%; in crescita del 3%, invece, il Nord Est, l’area dove si acquista il 21% del totale di ortofrutta, e al Centro e Sardegna con il 24% dei volumi nazionali. Battuta d’arresto, infine per i consumi di ortofrutta biologica in calo del 2%, con la frutta che perde il 3% delle quantità a fronte di un incremento del 2% degli ortaggi.