“Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici. C’è un abbassamento dell’età media tra i contagi potrebbe essere un fatto legato alla diffusione delle varianti nelle scuole”. Molto diretto e molto schietto Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, in occasione della conferenza stampa tenuta quest’oggi.
“Quando ci si vaccina l’effetto non è immediato, c’è una tendenza al rilassamento”, ha aggiunto sottolineando che c’è un calo dei contagi sopra gli 80 anni che “potrebbe essere l’effetto (positivo) della campagna vaccinale”. “C’è una decisa diminuzione dell’incidenza nelle Residenze sanitarie assistite”.
“In Italia ci sono zone e regioni con incidenza molto elevata, come in Trentino, Molise e Abruzzo, per la presenza della variante inglese – ha spiegato Rezza -. Anche in Umbria, per la presenza delle varianti inglese e brasiliana. Dobbiamo fare un grosso sforzo per contenere i focolai. Nel momento in cui si allentano gli interventi immediatamente riparte l’epidemia. Abbiamo dunque ondate successive che dipendono proprio dagli interventi. Ciò dipende dal fatto che la popolazione suscettibile all’infezione è ancora ampia”.
“Nelle regioni molti focolai sono dovuti alle nuove varianti – ha concluso Rezza – non posso che esprimere preoccupazione per l’andamento dell’epidemia. Dobbiamo tenere alta la guardia e dove c’è bisogno è necessario intervenire tempestivamente e duramente. Il tasso di incidenza sta crescendo in età scolastica. Abbiamo una diminuzione dell’età media dei casi: ciò può essere un primo effetto delle vaccinazioni sugli anziani e soggetti nelle Rsa. Però cominciamo a vedere anche focolai nelle scuole e ciò potrebbe essere conseguenza delle varianti che infettano di più i bambini ma senza forme gravi. Quest’ultimo è un elemento di cui tenere conto”.