Oltre 6 italiani su 10 (65%) che hanno deciso di fare un regalo per l’8 marzo hanno scelto le mimose che sono il simbolo della giornata perché dietro una fragilità apparente mostrano una grande forza con la capacità di crescere anche in terreni difficili. E’ quanto emerge da una rilevazione on line della Coldiretti in occasione del tradizionale appuntamento internazionale che ricorda la forza e il ruolo femminile nel mondo sul quale pesano quest’anno anche le difficoltà dell’emergenza Covid e la crisi economica ed occupazionale che ha pesato di piu’ sulle donne. Se si indirizza sulle mimose la maggioranza degli italiani che al tempo della pandemia non rinunciano a celebrare le donne, una fetta del 15% si orienta su altri fiori mentre – sottolinea la Coldiretti – solo il 20% preferisce dolci, cioccolatini e altri doni.
La voglia degli italiani di presentarsi con un omaggio nonostante le limitazioni e le difficoltà di un anno di pandemia conferma la forza simbolica di una giornata che risale al 1908 quando un gruppo di operaie decise di scioperare per vedere riconosciuti i loro diritti, mentre è dal 1946 che in Italia le mimose sono state scelte come icona dell’8 marzo. Oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, dalla famiglia al lavoro, la mimosa esprime anche un importante valore ambientale perché è realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono. Quelli regalati sono praticamente tutti di origine nazionale e soprattutto della provincia di Imperia, in Liguria, dove si realizza oltre il 90 per cento della produzione italiana.
Quest’anno – sottolinea la Coldiretti – la produzione della mimosa è stata fortemente condizionata da un inverno bollente con temperature elevate che hanno determinato la fioritura già nella prima metà gennaio con due mesi di anticipo rispetto al tradizionale appuntamento dell’8 marzo. Per la festa della donna 2021 i prezzi dei singoli ramoscelli variano dai 5 ai 10 euro mentre per i mazzi più grandi e decorati si oscilla fra i 15 e i 20 euro.
Dal punto di vista botanico si tratta di un’Acacia dealbata, arbusto sempreverde della famiglia delle leguminose, originario delle zone tropicali, le cui foglie – spiega la Coldiretti – si chiudono su se stesse se vengono sfiorate o se la temperatura supera i 20 gradi, come avviene anche per la “Mimosa pudica” così chiamata per la sensibilità delle sue foglioline che si ritraggono a ogni tocco.
Per conservare al meglio i rametti di mimosa con i loro fiori gialli è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.