TODI – Non è solo bella, è bellissima. E non è nemmeno solo brava, perché è davvero bravissima. Guenda Goria, figlia d’arte (suo papà è il giornalista Amedeo Goria, sua mamma è la presentatrice Maria Teresa Ruta) mostra tutto il suo talento. Oggi, giovedì 30 agosto, al Todi Festival porta in scena “La pianista perfetta”, testo scritto da Giuseppe Manfridi per la regia di Maurizio Scaparro, con lei protagonista e coproduttrice. Con lo stesso spettacolo sarà poi in tournée per tutto il 2019.
Lo spettacolo è interamente dedicato a Clara Weic Schumann, talentuosa pianista dell’età romantica, concertista di primissimo livello che ha avuto una sola sfortuna: essere offuscata dalla fama postuma del consorte Robert Schumann. Una figura che in molti, con l’avvicinarsi del bicentenario della nascita (è vissuta dal 1819 al 1896), stanno però riscoprendo. E che Guenda Goria ha tutta l’intenzione di valorizzare, visto che per lei è il ruo ideale essendo una pianista che si è già affermata a livello internazionale.
“Era da tempo – spiega la diretta interessata – che desideravo coniugare le mie due passioni, il teatro e la musica. Clara Schumann è una figura strepitosa, sia dal punto di vista musicale che umano, come rivelano molte testimonianze, a partire dalle bellissime lettere che scriveva al marito Robert”. E lei, Goria, la farà rivivere recitando e suonando dal vivo.
Quello raccontato in palcoscenico è un immaginario pomeriggio del 1856. Clara, già una stella della musica, arriva in un teatro per esibirsi. Ma ai piani alti è in corso una riunione e ad accoglierla non trova né fiori, né cerimonie. Non si vede baule con abiti né accordatori. Solo un giovane garzone, che si ritrova ad ascoltarla (il debuttante Lorenzo Manfridi), mentre da sola accorda il piano.
“Un anno prima il marito ha tentato il suicidio gettandosi nel fiume – prosegue la Goria – Internato in manicomio, non glielo lasciano vedere da un anno e allora lei gli parla attraverso la musica. Hanno un appuntamento immaginario ogni giorno, a una certa ora, e suonano insieme. E’ uno degli amori più belli e raffinati della storia della letteratura, che va oltre lo spazio e l’anima”.
Tra le note dei “Kinderszenen”, “le scene infantili che Robert le aveva dedicato perché lei, scherzosamente, lo definiva ‘un bambino'”, e poi Mandelssohn, Beethoven, Liszt, “tanto in voga al tempo, ma che Clara non amava perché troppo spettacolare”, nel racconto entra anche Brahams “che si occupava dei bambini di casa Schumann. Un’amicizia che qualcuno sospettava fosse una liaison”. Di certo, si riscopre nello spettacolo, “è grazie a Clara se oggi conosciamo la sua musica così come quella di Robert Schumann: nonostante non piacessero al pubblico del tempo, lei si impegnava, ogni concerto, a inserire le loro composizioni almeno nei bis”.
Nessun dubbio, invece, sull’indice di gradimento dello spettacolo. Guenda Goria è davvero una pianista perfetta.