Dall’inizio della pandemia i pubblici esercizi hanno perso 45 miliardi. È la cifra, spaventosa, calcolata dalla Fipe, somma del segno meno del 2020 (34 miliardi) e di quello registrato nel primo quadrimestre dell’anno in corso (9 miliardi fino al 25 aprile). E la stima proiettata a fine maggio indica altri 2,5 miliardi che andranno in fumo, purtroppo non quello del girarrosto.
“Con il nuovo decreto riaperture – spiega Luciano Sbraga, direttore del Centro studi Fipe-Confcommercio – i ristoranti perdono tra i 50 e i 55 milioni al giorno, per un totale di 1,9 miliardi in 34 giorni, mentre per i bar la perdita sarà di 560 milioni”. Senza dimenticare che nel 2020 hanno cessato l’attività 22 mila aziende e sono andati persi 242mila posti di lavoro.
“La situazione è pesante – commenta Sbraga – e si continua a intervenire con misure inconcepibili come quella del divieto di consumo al banco, attraverso una circolare del Ministero dell’Interno, è irragionevole secondo noi, anche dal punto di vista sanitario, in quanto vietano un consumo veloce al banco mentre con la zona gialla precedente era possibile fino alle 18. Ora non consentono il consumo al chiuso perché la permanenza nei luoghi chiusi, a lungo, è rischiosa ma il consumo al banco è veloce, 30 secondi: è un caffè, una brioche, ma chi è che si mette a stazionare al banco considerando anche che c’è una capienza massima nei locali e gli stessi clienti per non fare aspettare fuori le persone consumano velocemente?”.