Nuova tappa cruciale da oggi nel Regno Unito nel percorso di uscita dalle restrizioni del lockdown sotto, il segno dei dati di contagi e decessi da Covid confermati ieri ai minimi europei (4 morti e meno di 2000 casi nelle ultime 24 ore, con un totale di vaccini somministrati giunto oltre i 56,5 milioni), ma all’ombra dell’allerta emergente di una nuova variante più trasmissibile del virus: quella importata dall’India, tracciata finora Oltremanica su più di 1300 persone.
Una novità che ha spinto stamattina il premier Boris Johnson a rinnovare l’invito alla cautela nel giorno in cui torna in Inghilterra il servizio all’interno di pub e i ristoranti (un mese dopo quello all’aperto), riaprono le strutture alberghiere dopo circa 6 mesi, scatta il via libera a incontrare di nuovo fino a 6 persone dentro casa, nonché a riabbracciare familiari o amici (non vulnerabili), e decade il divieto di viaggiare per turismo (per quanto la lista verde delle destinazioni esentate dalla quarantena comprenda ad oggi solo Portogallo, Israele, Gibilterra e altre 7 fra isole e Paesi remoti).
Si tratta di alleggerimenti ancora parziali, in attesa di un traguardo, quello del superamento sostanziale delle restrizioni, che l’esecutivo britannico ha fissato con riserva per il 21 giugno. Ma che comunque suscitano timori fra alcuni esperti in presenza dell’impennata della ‘variante indiana’ – limitata al momento in numeri assoluti, ma a rischio di diventare dominante in alcune città e contee – i quali insistono a raccomandare i contatti all’aperto più di quelli indoor, malgrado le riaperture odierne (relative all’Inghilterra e sostanzialmente analoghe in Scozia e Galles) vengano difese come prudenti e “accuratamente bilanciate” dal professor Jeremy Farrar, uno dei consulenti medici di spicco del governo Tory di Londra.