Se a maggio gli italiani respiravano ottimismo e voglia di vacanza a giugno il clima sembra essersi raffreddato. Probabilmente la perdurante situazione di instabilità sanitaria legata al pericolo della nuova variante Delta ha prodotto un effetto freno. Quindi secondo l’ultimo Osservatorio Confturismo oltre 15 milioni i connazionali sono già pronti a partire ma 10 milioni restano ancora indecisi.
Aumenta la propensione a ridurre la lunghezza della vacanza principale rispetto a quanto si rilevava solo un mese fa: la percentuale di coloro che staranno via per non più di una settimana passa infatti dal 51% al 60% degli intervistati e si riducono da 17% al 12% quelli che faranno vacanze di 11-14 giorni. In generale, 3 intervistati su 10 faranno quest’estate meno giorni di vacanza che nel 2019 e 5 su 10 si attesteranno sullo stesso numero di giorni. A proposito dell’effetto freno, cresce al 38% dal 29% registrato a maggio la quota di coloro che preferiscono non fare vacanze per il rischio pandemico.
Cala anche il dato della spesa: il dato di maggio indicava che per la principale vacanza estiva gli italiani avrebbero speso in media 1.200 euro a persona, incluse spese di trasporto, alloggio, pasti e varie, invece a giugno la quota scende a 1015 euro. Sale ulteriormente, seppure solo di 2 punti percentuali dal 62% al 64%, la quota di coloro che scelgono il mare e le coste italiane come meta per l’estate 2021, mentre restano sostanzialmente stabili le altre tipologie di destinazione, con quote ampiamente sotto il 10% per città d’arte e per i borghi.
Stabile anche la ripartizione dei viaggi tra mete nazionali ed estere, con un 87% di preferenze per le prime, mentre per le seconde il 13% continua a distribuirsi quasi esclusivamente su Spagna, Grecia e Francia nell’ordine: in ogni caso Europa, mentre il traffico intercontinentale rinvia al 2022 la possibile ripresa.