Sarà un turismo a doppio volto quello previsto per l’anno in corso. Se da un lato, infatti, oltre la metà degli italiani (54%) ha deciso di andare in vacanza nei prossimi mesi o è già in vacanza, sul versante opposto, una quota più che rilevante (46%), avrebbe già rinunciato al “viaggio di piacere” prioritariamente per impossibilità economiche, pari a circa dieci milioni di italiani, con un’impennata di 9 punti percentuali rispetto allo scorso mese di maggio. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Demoskopika per la trasmissione Anni 20 Estate in onda su Rai2.
“Senza scelte precise – afferma Raffaele Rio, presidente di Demoskopika -, misure per la ripresa del turismo rischiano “effetto gambero”. Quest’anno sarà inevitabilmente caratterizzato da un turismo a due volti, uno speculare all’altro. Da una parte, chi ha scelto di trascorrere una vacanza, principalmente in Italia, e, dall’altra, chi al contrario, fiaccato economicamente dall’emergenza pandemica vi ha già rinunciato. Un orientamento preoccupante che, ad oggi, coinvolgerebbe ben 10 milioni di italiani. Quindi, nonostante, il turismo italiano sia fortunatamente in fase di graduale ripresa, risulta fondamentale attenzionare le gravi ripercussioni sia sul tessuto produttivo, con la chiusura di quasi 100 mila imprese, l’infiltrazione economica della criminalità organizzata nel comparto che sul piano sociale con un incremento dei bisogni di liquidità dei cittadini e con ben 370 mila famiglie in più in condizione di povertà relativa”.
Poco più di 5 italiani su 10 fanno parte del gruppo dei vacanzieri, avendo scelto di trascorrere una vacanza prioritariamente in Italia nella stragrande maggioranza dei casi rilevati (87%). Sul versante opposto, il 13% ha optato per il viaggio oltre confine: l’11,1%, in particolare, ha in programma una meta europea, mentre il 2,1% opta per una destinazione internazionale. Tra i “villeggianti”, prevale chi ha già prenotato una vacanza (31%), modalità immediatamente seguita da coloro i quali “stanno pensando di programmare una vacanza per i prossimi mesi” (17%). Mentre, ad oggi, soltanto il 6% si trova già in villeggiatura.
Qual è l’identikit di chi ha deciso per la vacanza? Sono i giovani i più propensi alla vacanza (62%), rispetto agli adulti (59%) e agli over 65 anni (33%). Risiedono principalmente nel Mezzogiorno i più convinti assertori della villeggiatura. Inoltre, possiedono un titolo di studio medio-alto e si trovano in una condizione di lavoro dipendente (dirigenti, quadri, impiegati, etc.) piuttosto che autonomo. Quasi 6 italiani su 10, infine, si affideranno alla tradizione optando di trascorrere la vacanza al mare (58%), preceduta dalla linea di prodotto turistico “montagna” (15%), dalla vacanza nelle “città d’arte e dei borghi” (10%) e in “campagna e agriturismo” (8%).
Il 46% degli italiani sceglie di non partire per trascorre un periodo di vacanza. E, orientamento preoccupante emerso dall’indagine di Demoskopika, tra i motivi principali, oltre alla modalità di risposta di chi “ha già rinunciato, al di là del coronavirus” (24%), figura tra gli italiani interpellati lo spettro del disagio economico alimentato dall’emergenza pandemica. E così, circa 10 milioni di italiani, pari al 17% del campione, non andranno in vacanza perché non hanno la possibilità economica per farlo mentre appena il 5% ha rinunciato perché, pur volendo, ha ancora timore a viaggiare a causa del Covid-19 e delle sue varianti. Una “preoccupazione economica” degli italiani, ancora più evidente se confrontato con l’orientamento emerso lo scorso mese di maggio. In particolare, il condizionamento del Covid-19 ad andare in vacanza si è ridotto di ben 19 punti percentuali, passando dal 24% della prima rilevazione (maggio 2021) al 5% della seconda rilevazione (luglio 2021).
Un cambiamento nei comportamenti di consumo turistico evidenziato anche dall’impennata della percezione di un peggioramento delle condizioni economiche: lo scorso mese di maggio a dichiarare l’impossibilità di programmare una villeggiatura per difficoltà economiche era stato l’8% del campione a fronte del 17% del dato odierno. Ad aver rinunciato alla vacanza, infine, per “questioni economiche” risultano principalmente chi possiede un titolo di studio basso. E, ancora, disoccupati e operai, gli anziani più dei giovani e, infine, chi risiede nelle regioni del Centro e del Nord ovest del Belpaese.