Aveva dichiarato battaglia e necessità di apportare correttivi allo smart working fin dal giorno in cui è stato chiamato al Governo. Il ministro Renato Brunetta ora conferma le sue intenzioni, spiegando che intende salvare questa modalità di lavoro agile, ma anche che vuole limitarlo nella Pubblica amministrazione fino a un massimo del 15%.
Con ogni probabilità i più scontenti saranno proprio i dipendenti. Per i cittadini, invece, la decisione dovrebbe portare benefici: del resto è anche a causa dell’introduzione dello smart working, dovuto all’emergenza Covid, che in molti uffici si sono accumulati arretrati. E, spesso, risulta anche improponibile l’idea di mettersi in contatto con il personale dipendente.
Brunetta, in un’intervista al Corriere della Sera, spiega però che la limitazione dello smart working rientra in un più ampio progetto di revisione dell’impiego di personale, anche con la previsione di nuove assunzioni. Per lo smart working, invece, l’intenzione è quello di arrivare a disciplinarlo in modo corretto, definendo anche tutte le regole e creando una piattaforma informatica.