MONZA – È stata davvero un’estate rovente al rifugio di Monza, e non solo per le temperature africane che hanno caratterizzato questi mesi. Tutti i settori, infatti, hanno dovuto fare i conti con un pienone improvviso che mai si era verificato negli anni passati. Mentre a dicembre 2020 i box del canile di via San Damiano erano pressoché vuoti, con al massimo una decina di cani, adesso la situazione è sensibilmente peggiorata. A trovarsi dietro le sbarre sono oltre cinquanta cani, in particolare quelli anziani o con qualche problema di salute. E mentre aumentano le domande di proprietari che vogliono cedere il loro cane, le richieste di adozione non sono altrettanto numerose.
“Molti dei cani – spiegano dalla sezione monzese dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) sono stati adottati sull’onda dell’emozione e della leggerezza del momento, da immagini viste sui social, spesso durante i lockdown dell’ultimo anno e mezzo. Poi, quando ormai si ritorna alla normalità, o bisogna partire per le vacanze, o ritornare al lavoro in presenza, ecco che il cane diventa un problema. Nei propri affidi l’Enpa di Monza garantisce un percorso di adozione consapevole per il benessere del cane, garantendo un aiuto alla famiglia in tutte le fasi pre- e post-affido”.
“Accanto alle adozioni fatte con leggerezza – aggiungono dall’Enpa – ci sono anche storie di cani che arrivano dal Sud strappati ai maltrattamenti o al randagismo che sperano di trovare una vita migliore qui in Brianza. Come Garpez, cane tripode che arriva dalla Calabria, al quale è stata amputata una zampa dopo essere stato investito, giunto a Monza per una speranza di adozione, impossibile nella sua regione di provenienza. Altri sono frutto di abbandoni veri e propri, come quello di Casanova, pinscher di 15 anni trovato abbandonato all’interno dell’area erbivori del canile, che fortunatamente negli ultimi giorni ha trovato una nuova famiglia”.
Molto critica è la situazione anche al gattile di Monza: a dicembre 2020, infatti, il settore felino, che in periodi normali ospita 70-80 mici, contava appena una trentina di presenze; ad agosto è arrivato a ben 110, con tutte le criticità che operatori e volontari si sono trovati a dover affrontare. Il motivo? L’ingresso di gattini in un periodo decisamente anomalo. Solitamente, infatti, gli arrivi delle cucciolate si concentrano nei mesi di marzo-aprile, mentre quest’anno, per motivi sconosciuti, si sono concentrati nei mesi di luglio-agosto. Molti di questi micini sono stati portati da privati, e tanti sono stati recuperati dai volontari Enpa abbandonati in fabbriche dismesse, nei pressi di un ospedale o in giardini privati. A questo già ingente numero si è aggiunto l’arrivo di alcuni gatti che l’Enpa ritira come di consueto da situazioni di pericolo o disagio e quello di numerosi mici ritirati in seguito a cessione, magari adottati nel periodo del lockdown e adesso diventati di troppo in famiglia. La situazione si è fatta così a dir poco esplosiva, con la costante preoccupazione che il sovraffollamento della struttura, nonostante tutte le accortezze del caso, potesse portare allo scoppio di qualche epidemia.
Ad andare ad affollare il già stracolmo gattile è stata un’intera famigliola di mici trovata abbandonata in uno scatolone davanti a uno dei cancelli del rifugio di via San Damiano: papà persiano di razza, mamma incrocio tutta nera e relativa prole. Il papà, battezzato Albertino, ha dovuto subire una seduta di toelettatura a dir poco radicale per eliminare tutto il lungo pelo che la trascuratezza e l’incuria hanno trasformato in riccioli rasta ormai indistricabili. I gattini nel frattempo sono cresciuti e, ormai terminata la profilassi vaccinale, sono pronti per essere adottati, così come sono in adozione anche i numerosi gatti ormai adulti, alcuni di questi veri e proprio nonnini.
“A fronte dell’ingente numero di arrivi, che purtroppo continuano – concludono dall’Enpa – segnaliamo con piacere che nell’ultimo decade di agosto c’è stato un vero e proprio boom di richieste di appuntamenti. Magari non tutte si concretizzeranno con un lieto fine, ma è positivo che, pur se in ritardo rispetto agli anni passati, siano ricominciate le richieste di adozione, alcune di queste relative ad animali “difficili” da tempo ospiti del rifugio. Chi fosse interessato all’adozione di un cane può scrivere a canile@enpamonza.it e di un gatto ad adozioni.gatti@enpamonza.it”.