MONZA – All’ospedale San Gerardo di Monza è stato eseguito il primo intervento di autotrapianto di isole pancreatiche di Langerhans dopo intervento di asportazione totale del pancreas (pancreasectomia totale) per neoplasia mucinosa papillare intraduttale (IPMN). Queste isole pancreatiche contengono le cellule beta che regolano la glicemia plasmatica (livello del glucosio nel sangue) producendo l’ormone insulina. L’intervento di pancreasectomia totale, rende inevitabilmente il paziente diabetico con necessità di massive dosi di insulina esogena e con l’elevato rischio di pericolose ipoglicemie e iperglicemie.
Le IPMN sono neoplasie benigne che possono, in rari casi, avere una degenerazione maligna soprattutto in soggetti con specifiche mutazioni genetiche che predispongono alla trasformazione. Per tale motivo, in questi soggetti è indicata una pancreasectomia totale. Questo tipo di intervento necessita di una affiatata équipe multidisciplinare e di una stretta collaborazione tra diversi specialisti. L’intervento è stato eseguito al San Gerardo dall’équipe della chirurgia pancreatica, afferente alla Chirurgia generale 1 diretta dal professor Marco Braga, composta dal professor Luca Gianotti e dal professor Fabio Uggeri, chirurghi e docenti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con la collaborazione del dottor Federico Bertuzzi, responsabile del centro di riferimento regionale per la coltura dell’epidermide in vitro, della banca per la crioconservazione dei tessuti e responsabile della diabetologia dell’Ospedale Niguarda, e dei radiologi interventistici del San Gerardo (i dottori Rocco Corso, Antonio Rovere e Davide Leni).
Come spiega il professor Gianotti, “questo tipo d’intervento estremamente complesso, prevede l’asportazione chirurgica del segmento pancreatico interessato dalla IPMN, che viene inviato all’unità di anatomia patologica per la valutazione istologica e della parte sana dell’organo che invece viene inviata ad un centro specialistico (Laboratorio di Niguarda) dove, con tecniche estremamente sofisticate e in poche ore, vengono isolate e purificate le isole di Langerhans e infine messe in una sospensione liquida particolare. Tale sospensione viene poi immediatamente reinfusa nel soggetto donatore che ha subito l’intervento. La tecnica di infusione delle isole prevede, in anestesia locale, la puntura percutanea di un ramo della vena porta del fegato, l’incanulamento della stessa e la perfusione della soluzione contenente le isole nel lobo epatico di destra o di sinistra. Le cellule produttrici di insulina attecchiscono all’interno dei sinusoidi epatici e ricominciano a produrre insulina in modo pressoché normale in pochi giorni”.
In particolare, nel paziente che ha ricevuto questo trattamento, a distanza di soli 9 giorni dopo l’autotrapianto di isole, si assisteva alla normalizzazione dei livelli di insulina plasmatica e dei livelli glicemici. Durante il periodo postoperatorio si è provveduto ad attenti e costanti controlli ambulatoriali del metabolismo glucidico e un anno dall’intervento, il paziente conduce una vita e una alimentazione normale e necessita esclusivamente di una sola somministrazione serale di poche unità di insulina lenta e di una compressa di antidiabetico orale al mattino.