E’ record di consumi per la carne avicola in Italia con 21,56 chili per persona nell’ultimo anno per la quasi totalità garantite Made in Italy grazie alla produzione nazionale che copre l’intero fabbisogno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione del pollo arrosto day sulla base dei dati di Unaitalia.
Le carni avicole – sottolinea la Coldiretti – sono le più consumate dagli italiani che possono contare su una produzione nazionale che garantisce l’autoapprovvigionamento e per questo è importante verificare sempre l’etichetta per verificare l’origine italiana che assicura i più alti livelli di qualità e sicurezza.
A livello nazionale l’offerta è garantita da una rete di 6.300 allevamenti professionali che offrono lavoro a 64mila persone per una produzione totale di quasi 1,4 milioni di tonnellate di carni avicole, soprattutto di pollo e tacchino interi, a pezzi o trasformati in preparati, impanati e confezionati.
La ricetta del pollo arrosto fa parte della tradizione gastronomica italiana tanto da essere citata anche da Pellegrino Artusi nel suo famoso trattato “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” che – sottolinea la Coldiretti – diede un contributo fondamentale per amalgamare, prima a tavola e poi nella coscienza popolare, le diverse realtà regionali secondo una tradizione che ancora oggi tiene unito il popolo italiano in un unico senso d’appartenenza. “Le carni di pollo – suggeriva Artusi – risulteranno più tenere e di miglior colore se le arrostirete involtate dentro ad un foglio la cui parte aderente alla carne sia prima stata unta di burro; per evitare che la carta bruci, ungetela spesso all’esterno. A mezza cottura levate il foglio e terminate di cuocere il pollo, il tacchino o altro che sia, salandoli ed ungendoli”.
Il pollo arrosto è però anche un piatto glocal e interreligioso essendo accettato come carne dalle tre grandi religioni monoteiste mondiali mentre la sua preparazione unisce le tradizioni gastronomiche di ogni angolo del pianeta: dagli Usa al Giappone, dalla Thailandia all’India, passando per Sudamerica, Portogallo e Francia, da solo o abbinato a patate, verdure o riso.