DESIO – “I consiglieri di maggioranza forse non hanno compreso l’importanza di quanto hanno votato, non hanno capito che il lavoro, la qualità dei servizi, i diritti dei lavoratori sono un tema politico al quale la politica deve dare risposte”. Il gruppo del Partito Democratico critico l’operato dell’amministrazione guidata dal neo sindaco Simone Gargiulo. Questa volta oggetto dello scontro è la modifica dello statuto del Co.De.Bri. (Consorzio Desio Brianza). “Fiore all’occhiello del nostro territorio – commentano dal Pd -, dal 1982, anno in cui è stato fondato dai Comuni di Desio, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Nova Milanese, Muggiò e Varedo, eroga servizi di importanza primaria nell’ambito della formazione professionale, del lavoro, dell’inclusione sociale, della disabilità e dei servizi alla persona più in generale”.
L’occasione è stata offerta dalla necessità di modificare lo statuto in seguito alle segnalazioni dell’Anac. I consiglieri del Pd, di Desio Viva e di Desio Libera, considerata l’importanza e la complessità del tema, oltre che la mancanza di sufficienti occasioni di confronto e di approfondimento, hanno chiesto di rimandare la discussione della delibera proposta all’ordine del giorno, al prossimo Consiglio comunale, previsto per la prima settimana di febbraio. Nel contempo hanno chiesto di istituire una commissione speciale per alcuni approfondimenti: soprattutto per valutare l’impatto e le conseguenze della modifica dell’articolo 19 che si andavano a modificare nello Statuto. “La modifica di questo articolo avrà un grandissimo impatto sui lavoratori – spiegano gli esponenti del Pd -, sul loro futuro e su quello delle loro famiglie, nonché sulla qualità dei servizi che saranno erogati e quindi sulle vite delle numerosissime persone che ogni anno usufruiscono dei servizi del Consorzio”.
“L’articolo in discussione – evidenziano dal Pd -, approvato poi da tutta la maggioranza, autorizza il Cda del Consorzio ad attuare la modifica del contratto di lavoro ora applicato ai lavoratori. In questi mesi abbiamo recepito e fatto nostre le osservazioni che venivano poste all’attenzione della parte politica: i lavoratori non avranno più il contratto degli Enti Locali ma è stata già avanzata l’ipotesi di un contratto che non prevede, nella sua articolazione, le tutele di cui oggi godono, quindi un contratto peggiorativo, tanto che si è parlato della necessità di un contratto armonizzato. Sappiamo bene che quando intervengono queste modifiche, di norma le maggiori tutele riguardano i lavoratori in forza e non i nuovi lavoratori, e che i contratti armonizzati spesso nel corso del tempo, in occasione dei rinnovi, vengono pian piano impoveriti nell’ottica della spending review che caratterizza il mondo del lavoro. Per questo motivo avevamo chiesto durante la nostra amministrazione di trovare un’altra soluzione, come la possibilità di assorbimento dei maggiori costi del contratto pubblico da parte dei comuni, che tutelasse pienamente i lavoratori. Crediamo che avremmo dovuto lavorare tutti insieme per far mantenere il livello contrattuale che i dipendenti hanno e garantire all’azienda la selezione di un livello adeguato di professionalità”.
I consiglieri del Partito Democratico, pur condividendo molte delle modifiche dello statuto, hanno votato contro la delibera (“Una discussione molto lacunosa sotto il profilo documentale e senza i necessari approfondimenti”). Non contro le integrazioni frutto delle osservazioni pervenute da Anac, non contro l’ingresso di Sovico. “Un voto contrario – concludono i consiglieri del Pd – perché riteniamo che il centrodestra non abbia minimamente capito cosa si stesse votando e che non sia a conoscenza dei dibattiti e del confronto di questi mesi. Un voto contro la mancata accettazione della nostra richiesta legittima di una commissione di approfondimento, che avrebbe messo tutti i consiglieri nelle condizioni di conoscere il tema della delibera. Un voto contro la superficialità e l’arroganza con cui si è potuto calpestare il diritto dei lavoratori. Un voto contro la mancanza di informazione che ha impedito a tutti i consiglieri di avere gli opportuni approfondimenti. Per noi viene prima di tutto la tutela dei dipendenti e delle professionalità che vengono poste al servizio del Consorzio e che il Consorzio mette al servizio dei Comuni. Le forze di maggioranza, insensibili alle rivendicazioni che negli ultimi mesi sono arrivate sul tavolo della politica dai lavoratori e dal sindacato, hanno invece deciso di demandare tutto ai tecnici, lavandosene le mani”.