Se vi dicessimo il nome, Michael, dovreste fare chissà quanti tentativi prima di indovinare di chi si tratta. Ma se diciamo il cognome, Bongiorno, allora è subito chiaro a tutti. E’ il Mike nazionale, il re del telequiz e dei giochi a premi, uno dei personaggi più popolari nella storia della televisione italiana. Impossibile con l’arrivo dell’8 settembre, non ricordare la sua scomparsa, che ormai risale a nove anni fa.
Statunitense, di chiari origini italiane. A emigrare era stato il nonno, che aveva lasciato il paese di Mezzojuso in Sicilia per cercare fortuna negli Stati Uniti. Il nonno non sappiamo, ma il papà di certo la fortuna la fa negli Stati Uniti: apprezzato avvocato, presidente dell’associazione “Sons of Italy in America” che raduna migliaia di iscritti. Con questo sostegno proverà a candidarsi anche quale sindaco di New York, anche se sconfitto da Fiorello La Guardia.
Lui, Mike, è invece un emigrato al contrario. Quando i genitori si dividono, lui segue la mamma e nel 1929, a 5 anni, si stabilisce a Torino dagli zii. Terminati gli studi, ha le idee ben chiare sulla sua carriera: deve diventare giornalista sportivo, inizia a lavorare a “La Stampa”. Poi, però, arrivano gli anni della Seconda Guerra Mondiale e lui decide di aderire ai gruppi partigiani. Dalla sua imprese rischiose e coraggiose, finché nell’aprile 1944 viene arrestato dalla Gestapo a Craveggia, allora nel novarese con i vecchi confini. Per lui e per altri partigiani viene decisa la fucilazione. A salvarlo dall’esecuzione è il passaporto americano: viene trasferito a Milano al carcere di San Vittore per due mesi di isolamento. Poi diventerà celebre l’episodio dei suoi mesi di prigionia trascorsi con Indro Montanelli. La sua carcerazione proseguirà a Bolzano, poi nei campi di concentramento in Germania. Finirà quell’atroce periodo grazie a uno scambio di prigionieri tra tedeschi e statunitensi nel gennaio 1945.
Forse anche per dimenticare quelle esperienze, con una Italia in ginocchio, finita la guerra lui fa ritorno negli Stati Uniti. Per coltivare ancora il suo sogno da giornalista. Ma l’Italia è nel suo destino: nel 1952 eccolo di nuovo indietro come inviato di Wov, radio italoamericana di New York. E’ bravo, ha stoffa: Vittorio Veltroni gli propone di lavorare anche per la Rai. Si occupa di sport, ma in virtù del suo passaporto è il primo in Italia che riesce a intervistare Dwight Eisenhower, Presidente degli Stati Uniti d’America.
A cavallo tra il 1955 e il 1956 la prima sua esperienza in un quiz: è “Il motivo in maschera”, si tratta di un programma radiofonico. Diventa però un personaggio molto popolare. E non è un caso se proprio a lui viene chiesto di inaugurare le trasmissioni ufficiali della televisione con “Arrivi e partenze”, programma dove intervista i grossi nomi in transito dall’aeroporto di Roma.
Dopo qualche esperienza anche come attore e modello per fotoromanzi, nel 1955 lancia il programma che gli rimarrà appiccicato come un’etichetta per tutta la vita: “Lascia o raddoppia?”. E’ la versione italiana di un programma già di successo negli Stati Uniti, anche qui diventerà popolarissimo. Visti i pochi apparecchi televisivi che esistono sul mercato, intere famiglie si ritrovano davanti a uno schermo o si danno appuntamento al bar pur di seguirlo. Perfino i cinema, visto la popolarità del programma, interrompono la programmazione per trasmettere il quiz.Il programma andrà in onda per quattro anni. Un anno più tardi lui lancia un altro programma molto seguito, “Campanile sera”. Poi altri quiz finché, ormai presentatore a tutto campo, gli affidano la conduzione del Festival di Sanremo per cinque anni consecutivi dal 1963 al 1967. In carriera salirà come presentatore sul palco dell’Ariston per 11 volte.
Sempre a lui, pochi anni dopo, il compito di lanciare un altro quiz entrato nella storia: “Rischiatutto”.
Primo presentatore a prestarsi per spot televisivi (prima lo shampoo, poi la grappa), Mike Bongiorno è anche il primo ad abbracciare in modo convinto il progetto delle televisioni private. Un incontro con Silvio Berlusconi ed è subito fatto li passaggio a Telemilano, poi diventata Canale 5. Ci sarà di nuovo una parentesi in Rai dal 1980 al 1982 per “Flash”, poi rieccolo a Canale 5, uomo di punta e un telequiz dopo l’altro con ascolti televisivi che si impennano e contribuiscono a lanciare la televisione di Berlusconi. Tra i programmi impossibile non citare “La ruota della fortuna”, condotto ininterrottamente dal 1989 al 2003.
Nel 2007 ritorna in Rai per presentare un’edizione di Miss Italia. Forse è anche quella la causa della fine del rapporti di lavoro con Mediaset. Proverà a fare qualcosa anche con Sky. Sarà in tv come concorrente il 3 settembre 2009. Cinque giorni più tardi sarà stroncato da un infarto durante una vacanza a Montecarlo. Per lui vengono celebrati i funerali di Stato. Il Comune di Milano offre un posto nel Famedio del cimitero monumentale, tra i grandi della città, ma i familiari opteranno per la cappella di famiglia al cimitero di Dagnente in quel di Arona. La salma sarà poi trafugata da personaggi squallidi che chiedono un riscatto: ritrovata, sarà cremata per evitare altri episodi di questo tipo. Le ceneri, vista la sua grande passione, sono state disperse in Valle d’Aosta sul Cervino.