L’Italia brucia con gli incendi cresciuti del 148% nell’ultimo anno rispetto alla media storica e con il 2022 che è già iniziato con ben 15 roghi in un inverno pazzo e siccitoso con una temperatura superiore di 0.55 gradi rispetto alla media lungo la penisola. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Effis in riferimento all’allarme dell’Onu per il cambiamento climatico che prevede incendi più frequenti e intensi, con un aumento globale di quelli estremi fino al 14% entro il 2030 e del 50% entro la fine del secolo. Una situazione devastante con un 2021 che in Italia ha visto – spiega Coldiretti – oltre 150mila ettari di territorio da nord a sud del Paese inceneriti da 659 tempeste di fuoco contro una media storica (fra il 2008 e il 2021) di 265 ogni anno.
Una dramma che l’Italia è costretta ad affrontare – evidenzia la Coldiretti – perché se da una parte 6 incendi su 10 sono di origine dolosa, con i piromani in azione, dall’altra per effetto della chiusura delle aziende agricole, la maggioranza dei boschi nazionali si trova senza sorveglianza per l’assenza di un agricoltore che possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di un terzo della superficie, per un totale di 11,4 milioni di ettari, è coperta da boschi. Ogni rogo costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni.
L’analisi dell’Onu – evidenzia Coldiretti – suggerisce un cambiamento radicale nella spesa pubblica per gli incendi, spostando gli investimenti sulla prevenzione. Infatti per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali. Peraltro i roghi che devastano le foreste hanno anche l’effetto di aumentare il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è la prima in Europa ma importa dall’estero più dell’80% del legname necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, per un importo di 4,8 miliardi nel 2021 (+34,5%) secondo le proiezioni di Coldiretti su dati Istat.
“Occorrono interventi strutturali per ricreare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli anche nei confronti delle azioni criminali che sono un danno per l’intera collettività”, afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che “in questo contesto Coldiretti e Federforeste hanno elaborato un progetto nell’ambito del Pnrr per piantare in Italia milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali”.