Nuovo calo per la produzione industriale, il secondo consecutivo, che inizia il 2022 con un calo a gennaio del 3,4% rispetto a dicembre e del 2,6% in confronto allo stesso mese dell’anno precedente. È la stima preliminare diffusa dall’Istat, che sottolinea che “il calo è comune a tutti i principali settori di attività”.
Nel dettaglio, su base mensile, segno meno per l’energia (-5,2%), i beni di consumo (-3,6%), i beni intermedi (-3,4%) e, in misura meno rilevante, i beni strumentali (-1,6%). Su base annua, in aumento solo l’energia (+1,1%), con i restanti comparti in flessione con un calo maggiore per i beni intermedi (-5,2%) e quelli strumentali (-3,5%) e meno marcato per i beni di consumo (-1,5%).
I settori di attività economica con gli incrementi tendenziali maggiori sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,7%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+8,2%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+1,6%). Le flessioni più marcate riguardano le attività estrattive (-12,7%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche (-12%) e le altre industrie manifatturiere (-7,1%).
“Il calo della produzione industriale di gennaio è nettamente peggiore delle attese e rafforza l’impressione negativa che, riguardo alla salute dell’economia, si aveva già sulla base della dinamica delle vendite al dettaglio. La riduzione dell’attività produttiva, sebbene diffusa, appare particolarmente grave per il comparto dei beni di consumo, a segnalare ancora una volta il ruolo della domanda delle famiglie nel promuovere la crescita”. Questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio, per il quale “la conferma di una crescita decisamente rallentata già prima della crisi delle ultime settimane, i cui riflessi sui prezzi, sui consumi e sulla produzione si vedranno in misura concreta solo a partire dai dati di marzo ed aprile, rende sempre più difficile il raggiungimento nel 2022 di una variazione del Pil vicina al 4%”.