Nel 2021 il mercato italiano degli orologi, con un valore di circa 1,86 miliardi di euro, è cresciuto del 23% sul 2020, l’anno della pandemia. Questa la stima effettuata da Assorologi, in collaborazione con GfK Italia, sulla base di un’analisi comparativa delle diverse fonti di informazione disponibili. Il “rimbalzo” non permette comunque di recuperare il gap rispetto al 2019, che resta ancora dell’11%, ma “considerando la perdurante totale assenza di turismo internazionale e la desertificazione delle grandi città in buona parte dell’anno – dice Assorologi – la performance del mercato resta certamente positiva ed incoraggiante”.
Entrando nel dettaglio della ricerca scopriamo che i consumatori italiani hanno acquistato, indipendentemente dal canale d’acquisto, 5,8 milioni di orologi (+2,2% rispetto al 2020) mentre le orologerie hanno venduto circa 4,6 milioni di pezzi (+13,7%), a conferma del fatto che il canale tradizionale si sta riprendendo con un certo vigore. Nel 2021 orologerie e gioiellerie hanno effettuato il 44% delle vendite in termini di quantità (era il 41% lo scorso anno) e il 56% in valore (era il 51% lo scorso anno ed il 52% nel 2019). Resta estremamente forte il canale Internet, che nel 2021 scende leggermente rispetto al 2021 attestandosi al 38,4% delle vendite in termini di quantità, a dimostrazione che il prodotto richiede, soprattutto per le fasce più alte, la presenza attiva del canale fisico. Le vendite transitate dal web (siti ufficiali, aste e commercio elettronico). I driver di acquisto più importanti si confermano il design (30,3%), la marca (29,7%) e il prezzo (23,5%). Per quanto riguarda infine gli “smartwatch”, lo possiedono circa nove milioni di italiani (erano 7,7 milioni lo scorso anno). Si tratta di prodotti prevalentemente acquistati online (34,8%) o nel canale fisico dell’elettronica (25%) e solo marginalmente nelle orologerie tradizionali (4,5%). Confermata la buona propensione all’acquisto futuro di un prodotto di questo tipo (33% contro il 35% dello scorso anno).
“La ricerca attesta l’evidente ripresa del mercato dopo l’anno oscuro della crisi pandemica acuta – afferma il presidente di Assorologi, Mario Peserico – e anche se non abbiamo ancora recuperato tutto il terreno perduto, ci stiamo avvicinando ai livelli del 2019. Abbiamo quindi motivi di soddisfazione, anche alla luce del dato positivo relativo al canale orologerie e dell’assestamento delle vendite online. Purtroppo, lo scenario politico ed economico globale non aiuta a rafforzare un ottimismo che solo pochi mesi fa era diffuso. La crisi sanitaria non ancora superata, gli eventi bellici sul fronte ucraino, la netta frenata delle previsioni di crescita economica e di aumento dell’inflazione rappresentano altrettanti motivi di preoccupazione. Non è il momento di sbilanciarsi in previsioni impossibili da fare: esprimo l’auspicio che le crisi in atto possano rientrare in tempi brevi, consentendoci di riprendere il trend di crescita che stavamo faticosamente seguendo”.