Anche a febbraio il mercato automobilistico italiano non accenna a dare segni di ripresa: secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili sono state infatti immatricolate 110.869 autovetture contro le 143.161 dello stesso mese dell’anno precedente, per un calo del 22,56%. I trasferimenti di proprietà sono stati 406.956 rispetto ai 303.046 di febbraio 2021, con un aumento del 34%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 517.825 autoveicoli, ha dunque interessato per il 21,41% vetture nuove e per il 78,59% vetture usate.
“Pur consapevoli della situazione gravissima e delle evidenti priorità che essa pone al Governo italiano e a noi tutti come cittadini, e per la quale auspichiamo un immediato e definitivo successo della diplomazia- non possiamo ignorare l’andamento ormai critico del mercato auto. Nelle ultime settimane, peraltro, l’attesa del varo di nuovi incentivi ha contribuito a deprimere ancora di più la domanda. Ci auguriamo, pertanto, che ricomposta al più presto la crisi internazionale, il Governo possa trovare lo spazio necessario per l’emanazione del Decreto attuativo che consenta la più rapida fruizione del fondo, sia pur ridotto a 700 milioni di euro, previsto nel recente Decreto Legge Energia, per il rifinanziamento degli incentivi”: questo il commento di Michele Crisci, presidente dell’Unrae.
“Come previsto – dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto -, anche il secondo mese del 2022 ha chiuso in profondo rosso. Tuttavia, il dossier auto, troppo sottovalutato negli ultimi mesi, ha trovato finalmente un chiaro indirizzo politico, coerente con la transizione ecologica di un comparto dell’economia che contribuisce per il 12% alla ricchezza nazionale”.
“Infatti, il fondo unico pluriennale per il settore automotive – aggiunge De Stefani Cosentino – istituito dal Governo con il recente decreto ‘Energia’, che include anche gli incentivi di sostegno alla domanda, rappresenta un intervento di ampia portata nell’ambito della strategia complessiva più volte auspicata dalla Federazione e dalle Associazioni automotive, volta sia alla riconversione e all’accompagnamento di tutta la filiera, sia al rinnovo in chiave green del parco circolante autovetture italiano, tra i più datati, inquinanti e insicuri in Europa. Ora, pur nella piena consapevolezza delle priorità del Governo connesse alle gravissime e drammatiche vicende internazionali di questi giorni, di cui auspichiamo una soluzione pacifica attraverso la diplomazia, attendiamo una rapida definizione del provvedimento operativo che dovrà stabilire modalità, criteri e ripartizione delle risorse destinate all’acquisto dei veicoli non inquinanti, altrimenti l’effetto combinato dell’attesa e dei ritardi nelle forniture di veicoli si tradurrà in un’ulteriore frenata del mercato auto. A queste preoccupazioni si aggiunge anche il forte aumento del prezzo del carburante, sia fossile sia elettrico, che rischia di deprimere ulteriormente il comparto”,