Si sono ritrovati tutti intorno ad un tavolo nella sede della Fipe per far sentire la propria voce e accendere i riflettori sulla situazione “insostenibile” dei buoni pasto alla vigilia della pubblicazione della gara BP10, indetta dalla centrale unica di acquisto, Consip. Se non ci sarà una riforma radicale del sistema di erogazione dei buoni pasto, le imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione potrebbero smettere di accettare i ticket con un danno enorme per circa 3 milioni di lavoratori pubblici e privati che utilizzano quotidianamente questo strumento per assicurarsi il pasto. A lanciare l’ultimo grido di allarme, prima di avviare azioni più drastiche, sono state le principali associazioni dei settori interessati: ANCD Conad, ANCC Coop, FIEPeT Confesercenti, Federdistribuzione, FIDA e Fipe Confcommercio con gli interventi di Alessandro Beretta, segretario generale ANCD Conad, Marco Pedroni, presidente Coop Italia e ANCC Coop, Giancarlo Banchieri, presidente FIEPeT Confesercenti, Alberto Frausin, presidente Federdistribuzione, Donatella Prampolini, presidente FIDA e Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio. Al termine della conferenza stampa i presidenti hanno sottoscritto una lettera al Governo per chiedere la riforma del sistema dei buoni pasto.
Il problema principale della questione è che per ciascun buono da 8 euro il bar, il negozio alimentare, il bar o il supermercato ne incassa poco più di 6. Una volta scalati gli oneri di gestione e quelli finanziari si registra un deprezzamento del 30%: ogni 10mila euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati perdono circa 3mila euro.
Due sono le priorità segnalate dalle imprese: la riduzione immediata dei ribassi sul prezzo richiesti in fase di gara alle società emettitrici dei buoni pasto, e la riforma complessiva del sistema, seguendo l’impianto in vigore in altre Paesi, per assicurare il rispetto del valore nominale del ticket ed eliminare le gravose commissioni pagate dagli esercizi presso i quali i buoni pasto vengono utilizzati.
Il presidente della Fipe, Enrico Stoppani, ha sottolineato l’importanza di “rivedere i criteri di gare per la prossima gara di appalto”. “Non sono accettabili – ha detto Stoppani -livelli di commissioni sul livello di quelle precedenti, dal 16% al 19% circa, perché se queste fossero le condizioni dell’assegnazione è ragionevole pensare che le aziende non saranno nelle condizioni di accettare più i buoni pasto”. Per Stoppani, “non c’è solo il problema di sostenibilità economica. ma anche un altro elemento morale: non è accettabile che lo Stato in un momento come questo dell’economia e della crisi dei pubblici esercizi, in cui le attività stanno cercando di riprendersi e di contenere l’inflazione ponga una nuova tassa sulla ristorazione, perchè così noi la definiamo, con assegnazione di gare di appalto con tassi di commissioni sempre maggiori”.