DESIO – “Noi contestiamo il fatto che il presidente del consiglio Fabio Arosio si sia arrogato un potere che non aveva: quello di decidere, sulla base del contenuto di un’interrogazione, se ammettere o non ammettere un’interrogazione. Arosio sta, di fatto, applicando la censura a una domanda che i consiglieri hanno posto in modo legittimo su un contenuto certamente politico, ma ci mancherebbe altro che un consigliere comunale non possa porre delle domande all’amministrazione che siano di tipo amministrativo e anche di tipo politico, perché il sindacato ispettivo che spetta al consigliere di minoranza si esplica sia sul piano politico, sia su quello amministrativo e non certo, come sostiene la maggioranza, sul piano esclusivamente amministrativo”. Jennifer Moro, già candidato sindaco del centrosinistra e ora capogruppo del Pd in Consiglio comunale, torna sulla questione dell’interrogazione rivolta al sindaco Simone Gargiulo relativamente ai suoi accordi elettorali.
Nella serata di giovedì 19 maggio non se n’è parlato in aula. Il presidente del Consiglio comunale ha deciso di sospendere l’interrogazione, scatenando l’ira della minoranza che invece pretendeva di avere risposte chiare.
“Basterebbe aver seguito qualche Consiglio comunale nel passato – commenta Moro – per vedere i temi che sono stati trattati, quindi troviamo questa motivazione assolutamente pretestuosa, così come i vari pareri che hanno chiesto e che non hanno dato nessun appiglio per non discutere di questa interrogazione. Riteniamo vi sia una compressione dei diritti della minoranza di cui non possono assolutamente arrogarsi il diritto”.
“Qui si è andati oltre il quesito – Roberto Corti -, si è andati a mettere in discussione un principio secondo il quale il consigliere comunale possa esprimere quesiti di tipo politico, tecnico, amministrativo e questo è sempre avvenuto in tutti i consigli comunali. Io lo faccio da un bel po’ di anni e non ricordo una seduta in cui non si sia discusso di temi politici. C’è stato il tentativo di dire che questo tema non riguardava la politica di questo mandato, ma anche questa affermazione è smentita e smontata nei fatti, perché la pubblicazione di quel famoso patto elettorale è avvenuta con questa giunta e con questo sindaco pienamente insediati. Non c’è nessun motivo perché non possa essere discusso questo tema se non il fatto che la maggioranza non vuole discuterne mettendo in discussione il principio generale…che è ancora più grave! Cioè il principio secondo il quale il consigliere comunale ha diritto all’interno di un consesso che è amministrativo, ma anche politico, di chiedere conto agli amministratori di quelli che sono i loro comportamenti, i loro orientamenti politici, le loro scelte amministrative, cosa che, nel caso di questa interrogazione, riguardava aspetti più di orientamento politico. Il problema è che per non parlarne si vuole mettere di fatto il bavaglio facendo censura non motivata e non giustificata da nulla né di offensivo, nè di irrispettoso”.