I bonus edilizi non innescano spirali inflazionistiche né contribuiscono a rendere difficile l’approvvigionamento di materiali. A rilevarlo in una nota la CNA che denuncia la copiosa letteratura di luoghi comuni sui bonus edilizi che stanno alterando profondamente la realtà di questi strumenti che l’anno scorso hanno inciso per oltre un terzo alla crescita del prodotto interno lordo.
Leggendo con attenzione le rilevazioni di Istat ed Eurostat emerge una realtà molto diversa da come viene raccontata. I bonus edilizi, dal 110% a quelli minori, mostrano un impatto nullo sul problema degli incrementi dei prezzi di materie prime e semilavorati.
Nel quarto trimestre dell’anno scorso, infatti, l’indice dei prezzi delle costruzioni ha mostrato una crescita del 20% sui dodici mesi nei 27 Paesi membri dell’Unione europea. L’Italia si colloca nella fascia ben sotto la media con un incremento del 9,7%, solo la Grecia evidenzia un aumento più contenuto: +4,2%. Paesi nei quali non ci sono i bonus per l’edilizia registrano crescite molto più consistenti. È il caso della Germania con +24,1%, della Spagna con +19%, dei Paesi scandinavi con rialzi tra il 23 e il 32%. Le maggiori tensioni sui costi delle costruzioni emergono in Repubblica Ceca con un aumento del 43% e in Ungheria con il 74%.
Insomma, il caro-materiali è un fenomeno globale anche se con intensità differenziata e l’Italia si colloca tra i Paesi più virtuosi, anche nel primo trimestre 2022, con l’indice che sale a 115 e solo l’Irlanda mostra un incremento inferiore.
Lo stesso vale per l’accusa che i bonus siano i responsabili delle difficoltà dell’approvvigionamento dei materiali. L’accelerazione della domanda globale già da un anno ha messo in crisi molti settori in termini di puntualità delle forniture. In Francia, a esempio, senza bonus edilizi e con un mercato delle costruzioni in fase di ristagno, la percentuale di imprese delle costruzioni che lamentano riduzioni dell’attività a causa dei materiali è schizzata dal 4 al 39% in appena dieci mesi.
Le vere criticità per i bonus edilizi sono piuttosto la mancanza di certezza nel tempo e di stabilità dello strumento di incentivazione. Quasi 30 modifiche legislative in meno di due anni alimentano soltanto confusione, quattro interventi sui meccanismi per la cessione dei crediti in un trimestre hanno paralizzato di fatto il mercato, e infine l’estensione dell’obbligo di attestazione Soa anche al settore dei bonus rischia di infliggere il colpo di grazia a uno dei pochi strumenti che stimolano la crescita economica.
“Gli incentivi – conclude la Cna – non devono esprimere simpatia ma essere funzionali agli obiettivi e misurati. Da tempo abbiamo espresso la disponibilità a discutere un riordino del sistema dei bonus all’edilizia per migliorarne l’efficacia in termini di costi/benefici nell’interesse del Paese”.