Con la guerre l’inflazione sale sempre in doppia cifra e il rischio si sta concretizzando anche a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come è stato delineato nell’articolo ‘Nell’era dei prezzi di guerra è bassa l’inflazione dei servizi a vocazione artigiana’ pubblicato a firma di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi, nell’ultima uscita di ‘Spirito Artigiano’, la piattaforma digitale promossa dalla Fondazione Germozzi insieme alla Confartigianato.
Secondo i dati pubblicati da Eurostat venerdì scorso, a luglio 2022, a cinque mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’inflazione in Italia si colloca all’8,4%, non distante dal +8,9% dell’Eurozona. Per oltre metà (10 su 19) dei paesi dell’Eurozona il tasso di crescita dei prezzi al consumo è già in doppia cifra.
Le forti tensioni sui prezzi delle commodities energetiche sui mercati internazionali e all’ingrosso si ripercuotono sull’inflazione dei beni energetici che in Italia è del 43,3%, superiore di 3,6 punti rispetto al 39,7% dell’Eurozona, e sulla quale influisce, come evidenzia una nostra recente analisi, una maggiore crescita dei prezzi dell’elettricità, che a giugno segnano un aumento dell’81% in Italia, del 22% in Germania e del 8% in Francia.
Una zona di quiete nella tempesta dei prezzi in corso è rappresentata dai servizi a vocazione artigiana, dove la dinamica dei prezzi è lenta, asincrona rispetto ai roboanti tassi di crescita di commodities e beni che abbiamo sopra descritto. In particolare l’analisi si concentra su un paniere di diciassette servizi composto, in ordine decrescente di peso, da manutenzione e riparazione mezzi di trasporto privati, parrucchiere e trattamenti di bellezza, lavanderia abiti, servizi di trasloco, manutenzione dei sistemi di riscaldamento, pittori, idraulici e carpentieri, servizi di trasloco, trasporto passeggeri su taxi, riparazione abiti, elettricisti, riparazione calzature, servizi per la fotografia, riparazione di mobili, arredi e rivestimenti per pavimenti e riparazione di apparecchi per la casa.
Nell’estate del 2022, caratterizzata da tassi di inflazione record sia in Italia che in Eurozona, nei servizi a maggiore vocazione artigiana a giugno i prezzi segnano un modesto aumento del 3,4%, ben 1,8 punti in meno del +5,2% dell’Eurozona. Nel confronto con gli altri maggiori paesi europei, si osserva che nonostante in Francia, grazie al nucleare, vi sia una minore pressione dei costi energetici, i prezzi dei servizi artigiani salgono del 5,2%; in Germania addirittura crescono del 6,8%, un ritmo doppio rispetto a quello registrato in Italia. Il prezzo del paniere dei diciassette servizi artigiani nel nostro Paese sale meno della media dei servizi (0,3 punti in meno rispetto a +3,7%), mentre nell’Eurozona segna una dinamica superiore di 1,8 punti al trend medio dei prezzi dei servizi (3,4%).
In questi settori labour intensive sotto esame, le prestazioni degli artigiani coniugano i valori della economicità, della personalizzazione, del riciclo e del riuso, intersecando la creazione di valore per il consumatore con le direttici della transizione green. L’offerta dei servizi, quasi miracolosamente, sterilizza i meccanismi di trasmissione sul mercato interno della tempesta in atto sui mercati internazionali delle commodities e dell’energia. Pensiamo ad un servizio di un trasloco: a giugno 2022 le imprese artigiane specializzate fanno pagare ai clienti un prezzo del 4,6% superiore a quello di un anno prima mentre acquistano il gasolio per il camion ad un prezzo superiore del 33,9% rispetto all’anno precedente. Il minore dinamismo dei prezzi rispetto al trend medio dell’Eurozona ha un risvolto concreto, generando per le famiglie italiane un risparmio annuo di 418 milioni di euro per l’acquisto di questi diciassette servizi a vocazione artigiana.