MILANO – Una barriera frutto del lavoro di squadra in Lombardia contro la peste suina per scongiurare il disastro economico legato all’arrivo dei cinghiali. È stato infatti completato il tracciato di apposite barriere artificiali di circa 17 km a ridosso ad Alessandria, nei pressi del confine regionale tra Piemonte e Lombardia.
Il tracciato si somma infatti ad altri tratti in via di completamento e ha lo scopo di rallentare la velocità dell’onda epidemica oltre che di limitare la superficie complessiva in cui il virus dovrà essere eradicato.
L’intervento, nel dettaglio, prevede infatti la realizzazione di una recinzione metallica costituita da rete annodata a maglie differenziate in filo zincato dell’altezza di 130 centimetri. L’installazione della rete segue, nello specifico, le esigenze dettate dalla conformazione dell’area, prettamente appenninica e di non facile gestione.
“Ringrazio il commissario straordinario alla peste suina africana, Angelo Ferrari – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi in merito alla barriera anti cinghiale posizionata in provincia di Alessandria – per la rapidità d’azione e tutti coloro che stanno lavorando in modo sinergico, in primis la UO Veterinaria della DG Welfare di Regione Lombardia, ma anche la Polizia provinciale di Pavia, l’ATC Pavia 5 e tutti i volontari attivi sul territorio pavese, per scongiurare l’arrivo della malattia in Lombardia. Nella nostra regione è infatti allevato il 54% dei suini italiani. L’arrivo della peste suina anche in aree non ad alta vocazionalità suinicola sarebbe comunque un disastro economico”.
“Anche la barriera installata tra Liguria e Piemonte, a pochi chilometri dall’Oltrepò pavese – ha aggiunto – è quindi una misura necessaria per evitare la movimentazione verso la Lombardia dei cinghiali selvatici, vero vettore della malattia”.
La Regione Lombardia ha recentemente approvato un piano specifico per ridurre la popolazione di cinghiale, che prevede la caccia di selezione in tutta la regione. Nel piano di ‘Interventi Annuali di Prelievo del cinghiale’ viene sostituita per la caccia di selezione la soglia massima di prelievo con una soglia realizzativa minima, che deve corrispondere a un target di prelievo pari a non meno dell’80% della popolazione stimata nell’Unità di gestione di attuazione.
Per il prelievo venatorio e il controllo in forma selettiva viene confermato l’uso di dispositivi per la visione notturna e il foraggiamento attrattivo. Su tutto il territorio della provincia di Pavia è prevista attività di controllo anche alla cerca da autoveicolo, di giorno e di notte. Il Piano ha ottenuto i pareri favorevoli di Ispra e CeReP (il Centro di referenza nazionale per lo studio di malattie da pestivirus).