Dopo il calo di giugno, a luglio “rimbalzano” le vendite al dettaglio con una crescita dell’1,3% in valore e dell’1% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un aumento del 4,2% in valore e un calo dello 0,9% in volume (il secondo consecutivo). Lo ha reso noto l’Istat specificando che rispetto allo stesso mese del 2021, il valore delle vendite risulta in crescita per la grande distribuzione (+7,3%) e il commercio elettronico (+20,6%) mentre non subisce variazioni per le imprese operanti su piccole superfici e diminuisce per le vendite al di fuori dei negozi (-1,5%). Sempre su base tendenziale, sono in rialzo le vendite dei beni non alimentari (+2,7% in valore e +1% in volume), mentre i beni alimentari registrano un aumento in valore (+6,1%) e una diminuzione in volume (-3,6%). Nel confronto con il mese precedente, invece, sono in aumento sia le vendite dei beni non alimentari (+1,3% in valore e +1,4% in volume) sia quelle dei beni alimentari (+1,2% in valore e +0,5% in volume).
Nel trimestre maggio-luglio 2022 ,infine, le vendite crescono in valore (+1,9%) e in volume (+0,3%) sui tre mesi precedenti, con i beni non alimentari in positivo (+1,1% in valore e +0,5% in volume), mentre i beni alimentari crescono in valore (+2,7%) e sono stazionarie in volume.
“La crescita congiunturale delle vendite di luglio – commenta l’ufficio Studi di Confcommercio – non attenua le preoccupazioni sulla tenuta, nei prossimi mesi, della domanda delle famiglie. Il recupero a volume registrato nel confronto con giugno si associa, infatti, ad un ridimensionamento rispetto allo stesso mese del 2021. Pur considerando che questa evoluzione è stata determinata dall’alimentare, che sconta oltre all’effetto sostituzione con il ritorno ai consumi fuori casa anche l’impatto di un aumento molto consistente dei prezzi, non va trascurato il fatto che in molti casi i miglioramenti non si inseriscono in un trend di ripresa consolidato. In quest’ottica può essere valutato il recupero dell’abbigliamento e delle calzature che, nonostante un andamento positivo dei saldi, pagano nel complesso dei primi sette mesi dell’anno un ritardo dei volumi venduti rispetto allo stesso periodo del 2019 ancora prossimo al 10%”.