MONZA – La crisi si è fatta sentire e anche le imprese artigiane, quelle che più caratterizzano il territorio brianzolo, negli anni hanno deciso di chiudere: dal 2012 al 2017 il calo è stato pari al 5%. E’ il dato che emerge da una ricerca condotta dall’Unione Artigiani di Monza e Brianza, presentata in occasione di Expo Brianza che si svolgerà a Bovisio Masciago dal 29 settembre al 7 ottobre.
In Brianza al momento si contano 14.086 aziende artigiane. Settore in cui gli italiani (82%) risultano ancora decisamente più numerose rispetto a quelle guidate da uno straniero (18%) nonostante la tendenza degli ultimi anni. Per quanto riguarda gli stranieri, si segnala un 13% di imprenditoria al famminile. In generale per gli artigiani stranieri, la quota maggiore è rappresentata dagli europei (1.202 imprenditori), seguiti dagli africani (773), dagli asiatici (303), dai sudamericani (202), dai nordamericani (31). Si contano anche 3 imprenditori provenienti dall’Australia.
Quanto alla collocazione geografica, un terzo delle imprese artigiane è situato nella zona Occidentale (da Seregno a Cogliate e da Lentate a Varedo) per un totale di 4.597 aziende, seguita dalla Brianza centro-meridionale, che va da Sovico a Muggiò e da Desio a Lesmo, con il 32% (4.513 imprese) e dalla Brianza Orientale (comuni da Arcore a Cornate d’Adda e da Ronco Briantino a Caponago) con 2.867 imprese (20%). Ultima posizione per la Brianza centro-settentrionale (da Veduggio ad Albiate e da Giussano a Correzzana): 2.109 aziende (15% del totale).
La crisi del mattone si è fatta sentire eccome in questi anni. Ma se guardiamo la tipologia dell’attività, le imprese edilizie sono ancora le più numerose: 4.547, pari al 32% del totale. Dando uno sguardo all’interno di questo settore si scopre poi che un terzo delle imprese edilizie sono in mano agli stranieri (poco meno, il 31%). Dopo l’edilizia le più numerose sono quelle che si occupano di impiantistica (1.841 ditte, 13%), cura della persona (1.137, 8%) e legno-arredo (1.075, 7%). In nessun settore prevale percentualmente la presenza straniera, che oltre all’edilizia è però marcata nell’alimentare (43%) e nei servizi di pulizia (36%).
Le donne prevalgono percentualmente sugli uomini nei settori della cura della persona (818 titolari rosa, il 72% della categoria) e nel tessile-abbigliamento (302 ditte, pari al 55% del settore).
Monza città, con aggregate per omogeneità Villasanta e Brugherio, rappresentano il 15% delle ditte artigiane della Brianza con 2.722 realtà, composte per il 74% da italiani e per il restante 26% da titolari stranieri (720). Tra gli stranieri, gli europei (289, 11%) sono tallonati dagli africani (269, 10%) e staccano asiatici (81) e sudamericani (78), mentre figurano anche due nordamericani e un australiano.
Nelle attività, sempre in testa l’edilizia (30%, 827 imprese, di cui 351 in mano a titolari stranieri). Seguono all’11% impiantistica (297) e cura della persona (293). Anche a Monza città donne al timone delle imprese in prevalenza nel tessile-abbigliamento (70%) e nella cura della persona (68%).
“Non sono preoccupato dalla situazione – commenta Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani – perché se leggiamo i dati nella loco completezza scopriamo anche che il calo delle imprese in Brianza sta rallentando. A Milano, e nella parte settentrionale del capoluogo lombardo, quella proprio al confine con la Brianza, le imprese artigiane stanno aumentando: abbiamo un +4% nel quinquennio. Tutto fa pensare che possa avvenire presto anche qui un’inversione di tendenza”.